Spending review: il prezzo per la nostra scuola e i suoi precari

Mentre il Ministro Profumo confondeva i lavoratori precari con annunci-spot su improbabili concorsi a cattedra, il governo ha preparato un decreto che darà il colpo finale alla scuola e alla ricerca pubblica…

Mentre il Ministro Profumo confondeva i lavoratori precari con annunci-spot su improbabili concorsi a cattedra, il governo ha preparato un decreto che darà il colpo finale alla scuola e alla ricerca pubblica. Dal 2008, quindi prima di qualsiasi crisi, spread o esigenza di pareggio di bilancio, la Scuola Pubblica ha perso 130 000 lavoratori per un taglio lineare di spesa di 8 miliardi di euro.

Ora, la spending review non procederà con un taglio lineare come in precedenza, ma con azioni mirate aventi il medesimo fine: un’ulteriore diminuzione di organico. Nel dettaglio si prevede:

  • l’utilizzo forzoso del personale docente in esubero su altri insegnamenti, a prescindere dall’ abilitazione. Questo avrebbe conseguenze gravi                         (1) sulla qualità delle prestazioni: l’utilizzazione avverrebbe su materie o posti per i quali sono sprovvisti di abilitazione/titolo di specializzazione, mentre per contratto si prevede la loro utilizzazione su progetti finalizzati al recupero, al potenziamento e alla lotta alla dispersione che ne valorizzano la professionalità nell’interesse della  scuola.                                                                                                          (2) sui livelli occupazionali di altrettanti docenti precari abilitati/specializzati (con maggiore professionalità) che verrebbero licenziati dopo anni di insegnamento;
  • l’impiego di docenti inidonei per motivi di salute e gli insegnanti tecnico pratici di alcune classi di concorso come amministrativi e tecnici di laboratorio. Da poco la FLC CGIL ha sottoscritto con il MIUR un accordo che disciplina le modalità di utilizzo di questo personale e non possiamo certo tollerare un simile stravolgimento che danneggia in primis i lavoratori.

Questa decisione unilaterale provocherà il licenziamento di 15 mila precari fra docenti e Ata, di cui circa 1.000 anche nella nostra regione: personale che ha alle spalle decenni di lavoro e di esperienza professionale e che ha finora contribuito a pieno titolo al funzionamento della scuola.

Nella scuola, inoltre, si consuma una serio paradosso: mentre il governo si appresta a licenziare personale abilitato e ad utilizzare in maniera forzata e in mansioni diverse il personale in esubero, il Ministro fa partire nuovi corsi di abilitazione a pagamento (TFA), alimentando impropriamente le aspettative di altri precari.

In barba ai tanti annunci sul sospirato investimento nei giovani e nello sviluppo del nostro Paese, il presente provvedimento rimane in linea con la logica Gelmini-Tremonti-Brunetta, dettata dalle sole esigenze di cassa senza curarsi della qualità del servizio e dei lavoratori licenziati.

Il coordinamento precari della conoscenza FLC/CGIL di Imola denuncia l’ennesima aggressione al sistema pubblico della conoscenza del nostro Paese riafferma che il lavoro e l’istruzione sono diritti costituzionali, posti a presidio di una società democratica, moderna e civile. Si oppone e si opporrà a questa manovra che mette in ginocchio i settori della conoscenza e ritiene che un attacco di tale violenza ai diritti e al lavoro richieda una risposta di pari intensità che arrivi allo sciopero generale.

Coordinamento precari della conoscenza FLC/CGIL IMOLA