Terremoto, sospensione tasse e tributi: la Cgil chiede chiarezza

Per la Segreteria regionale della Cgil la sospensione della tassazione nelle buste paga dei lavoratori dipendenti che hanno subito danni dal terremoto del 20 – 29 Maggio in Emilia rischia di essere un chimera.

Il Decreto Legge del Governo del 30 agosto, con il quale si prorogano al 30 novembre i termini per la sospensione dei tributi fiscali nelle zone terremotate, non chiarisce la confusione prodotta dalla nota dell’Agenzia delle Entrate del 16 Agosto. In sostanza ancora oggi non è prevista, secondo l’Agenzia delle entrate, la sospensione della tassazione nelle buste paga.

“Come Cgil – sottolinea la Segreteria regionale – abbiamo sostenuto che il provvedimento emanato dal Ministero delle Finanze del 1° giugno riguardasse tutti i soggetti residenti nelle zone colpite dal sisma ed in particolare quei lavoratori, aziende e cittadini che hanno subito i danni. In questi mesi diverse aziende e consulenti hanno operato la sospensione ed ora si troverebbero nella condizione di trattenere quanto non versato: una cosa è chiara, questa operazione non può essere effettuata perchè lo stesso decreto del 30 agosto rinvia a decreti successivi la definizione delle modalità della restituzione. Ci troviamo di fronte al “teatrino dell’assurdo”, una disparità di trattamento insopportabile, una decisione incomprensibile che si abbatte su chi ha avuto le case distrutte, non aiuta i cittadini e i lavoratori che si stanno adoperando per riprendere una “vita normale”. La disparità di trattamenti si ripete nel tempo, dall’ Umbria, all’Aquila, per arrivare in Emilia. Per quanto ci riguarda stiamo facendo tutto il possibile, unitamente alle istituzioni locali e regionali, per ottenere una norma che proroghi, per tutti i soggetti che hanno subito danni dal sisma, la sospensione della tassazione nelle buste paga e del pagamento dei tributi sino al termine dello stato di emergenza e che definisca modalità di restituzione sostenibili e diluite nel tempo (vedi le procedure adottate nel caso del terremoto dell’Umbria). Non vorremmo vederci costretti – conclude la Segreteria regionale – a promuovere una mobilitazione dei lavoratori e cittadini delle zone interessate dal sisma davanti alle sedi del governo e del parlamento per sostenere le nostre ragioni. Adesso che i “fari” sul sisma si sono spenti i cittadini dell’Emilia Romagna rischiano di restare soli: non ce lo possiamo permettere”.