Contro violenze, discriminazioni e molestie sulle donne servono azioni concrete e risorse

«La violenza sulle donne è una sconfitta per tutte/i»: lo ribadiamo anche quest’anno attraverso lo striscione che spicca sulla facciata della Camera del lavoro di Imola, in via Emilia.
La Cgil è da sempre impegnata nella difesa dei diritti delle donne e crediamo che sia un dovere di tutte e tutti battersi per impedire che continui questo massacro, affinché le donne denuncino le violenze fisiche, psicologiche e sessuali che subiscono e trovino un sistema che le protegga e permetta loro di ricostruirsi un percorso di vita senza violenza.
Dobbiamo pretendere che le norme e i protocolli in vigore siano rispettati e che si agisca con azioni concrete sulla cultura patriarcale ancora presente nel nostro Paese, con sostegni legislativi e contrattuali, per abbattere stereotipi e discriminazioni.

Sul fronte sindacale stiamo portando avanti un percorso per contrastare le molestie e le discriminazioni nei luoghi di lavoro, coinvolgendo anche il Circondario imolese con cui abbiamo recentemente sottoscritto un accordo sulle Pari opportunità e di contrasto alla violenza.
«Un accordo importante perché da molti anni, troppi, non si discute di queste tematiche a livello circondariale – spiega Mirella Collina, segretaria generale della Camera del Lavoro di Imola -. Sono stati fissati alcuni punti fermi, anche se non esaustivi, rispetto alle tematiche che più interessano il nostro lavoro sindacale, ma soprattutto sono stati finalmente definiti appositi tavoli di confronto dove poter discutere, concordare e indirizzare le azioni e le risorse. È necessario che il Circondario imolese recepisca il “Protocollo contro le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro”, facendolo sottoscrivere da ogni singolo ente pubblico, e si attivi una campagna di promozione all’interno delle aziende del territorio, attivando una formazione specifica, in collaborazione con le organizzazioni sindacali. Un protocollo che mette in evidenza quanto accade nel mondo del lavoro: molestie, discriminazioni di genere e mobbing possono essere perpetrati sia da parte del datore di lavoro, sia dai colleghi. A volte la violenza verbale può umiliare e segnare più di quella fisica».

Esiste anche un’altra forma di violenza ed è quella economica. E’ quindi evidente come il lavoro per le donne sia un fattore imprescindibile per costruire un’autonomia economica e una possibilità effettiva di uscire dal ricatto della violenza maschile in ogni sua forma. La perdita del posto di lavoro o la rinuncia a lavorare a causa dei carichi familiari, la precarietà e la discontinuità dell’occupazione femminile, il part-time involontario a cui molte donne sono costrette e la disparità salariale sono temi urgenti da affrontare, tanto più che in questa emergenza sono le donne a pagare, ancora una volta, il prezzo più alto in termini di occupazione, redditi, carichi di lavoro familiari e salute.

«Temi che abbiamo evidenziato anche nell’accordo con il Circondario – precisa Collina – perché la disparità di genere nel lavoro si ripercuote su molteplici aspetti, stipendio,  carriera, formazione e pensioni. Dobbiamo monitorare la situazione del nostro territorio, cercare di tutelare le donne più esposte alla perdita di lavoro, con percorsi formativi di riqualificazione e ricollocazione. Il nostro obiettivo è quello di arrivare alla definizione del “bilancio di genere” che ci permetterà di verificare le effettive difficoltà e disuguaglianze di genere presenti nel territorio».