Organici personale ATA, confermati 14.166 tagli

A rischio il funzionamento delle scuole e l’erogazione del servizio pubblico, riduzione delle opportunità di occupazione e stabilizzazione del personale precario: di fatto si licenziano oltre 14.000 precari ATA…

A rischio il funzionamento delle scuole e l’erogazione del servizio pubblico, riduzione delle opportunità di occupazione e stabilizzazione del personale precario: di fatto si licenziano oltre 14.000 precari ATA. Dalla prima informativa avuta oggi al Ministero si è avuta la conferma dell’applicazione dell’ultima tranche di tagli prevista dall’art. 64 della Legge 133/2008 pari al 17% calcolato sulla dotazione organica del 2007/2008: in tre anni tagliati 44.500 posti.

Come FLC CGIL abbiamo ribadito il ritiro dei provvedimenti relativi ai tagli sia degli organici ATA che dei docenti, confermato il nostro giudizio negativo su tutta l’operazione e continueremo nelle azioni di protesta e anche in sede legale per bloccare la devastazione della scuola statale. A rischio non solo la qualità e la funzionalità della scuola ma in molti casi la stessa sicurezza degli alunni nei laboratori, nelle sedi scolastiche perché verrà meno anche la vigilanza e per non parlare dell’assistenza agli alunni disabili.  le scuole non possono più sopportare tutto questo.

L’Amministrazione maschera un taglio infernale con le parole razionalizzazione delle risorse per una maggiore efficienza ed efficacia in realtà si tratta crudamente e brutalmente di tagli indiscriminati per ottenere un risparmio.

Appalti per le pulizie nelle scuole: i tagli metteranno in ginocchio il servizio scolastico

È necessario, invece, potenziare i servizi della scuola per garantire la qualità dell’offerta formativa. Chiesto un incontro urgente al ministero.

Abbiamo avuto conferma che la Direttiva n. 103 del 30 dicembre 2010, relativa alle nuove procedure per definire “i contratti per l’acquisto di servizi di pulizia ed altre attività ausiliarie nelle istituzioni scolastiche “, non ha ottenuto il visto della Corte dei Conti. Il dispositivo è stato restituito al MIUR con la richiesta di ulteriori chiarimenti e interventi correttivi.

Come avevamo denunciato ripetutamente le nostre istituzioni scolastiche non hanno bisogno di interventi d’urgenza pasticciati (per altro già rivisti e “interpretati” dal ministero stesso) che servono solo per fare cassa e per eludere il confronto con le Organizzazioni sindacali.

Così si complica una situazione già difficile e si mettono in difficoltà le scuole che senza certezze normative ed adeguate risorse economiche e professionali non possono garantire la normale ’attività di servizio .

Si programma la diminuzione delle prestazioni producendo il licenziamento dei lavoratori delle ditte d’appalto e l’inevitabile aumento dei carichi di lavoro del personale collaboratore scolastico, già falcidiato dai tagli e sul quale pende la terza tranche di riduzione dei posti anche per l’a.s. 2011/2012.

Nelle nostre scuole di ogni ordine e grado le pulizie dei locali, la salvaguardia delle condizioni igieniche, l’assistenza agli alunni, il controllo degli edifici e la sorveglianza degli ingressi sono elementi indispensabili per garantire un servizio scolastico di qualità.

In questa già difficile situazione il MIUR prevede con la Direttiva n. 103, di affidare l’onere della gestione delle procedure delle gare d’appalto direttamente alle singole scuole scaricando su quest’ultime ulteriori competenze e maggiori responsabilità.

Di fronte a queste scelte unilaterali dei ministri Gelmini e Tremonti, che stanno mettendo in ginocchio le scuole e che abbassano il livello di qualità del sistema scolastico, chiediamo:

il ritiro della Direttiva n. 103;

il ritiro del piano dei tagli degli organici degli appalti e del personale scolastico.

Abbiamo pertanto chiesto l’apertura urgente di un tavolo di confronto con il Capo di Gabinetto del Ministro per ripristinare le risorse sottratte alla scuola dell’autonomia per garantire la qualità dei servizi, la sicurezza degli alunni e per difendere l’occupazione di tutti i lavoratori.