Venerdì 21 ottobre sciopero e manifestazione nazionale a Roma dei lavoratori del gruppo FIAT

Proclamato dalla Fiom per il 21 ottobre lo sciopero dei lavoratori di tutto il gruppo FIAT. Anche Imola è coinvolta con lo stabilimento Cnh, e i suoi 150 attuali dipendenti, che la Fiat ha deciso di chiudere. Per partecipare contatta la Fiom di Imola 0542 605641…

L’assemblea dei delegati Fiom ha accolto la proposta della segreteria per uno sciopero nazionale di 8 ore il 21 ottobre in tutto il gruppo Fiat, approvando all’unanimità il documento. Mobilitazione che sarà estesa alle aziende della componentistica, con una manifestazione nazionale a Roma.

Il segretario generale della Fiom Cgil, Maurizio Landini, annunciando lo sciopero spiega come si tratti di una «decisione importante». D’altra parte, ha spiegato, oggi siamo «alle prese non con assunzioni, ma con un aumento della cassa integrazione, dismissioni e licenziamenti». E ha aggiunto: «Fiat non è un caso isolato». Per Landini il tentativo in atto sta nel «introdurre in Italia il modello americano, un modello che però ha fallito».

In particolare Landini esprime preoccupazione per quello che accadrà dal 1 gennaio 2012, data in cui è prevista l’uscita della Fiat da Confindustria. Secondo il segretario generale della Fiom c’è il rischio che il contratto di primo livello di Pomigliano sia esteso a tutti gli altri soggetti e il Lingotto, ha evidenziato, potrebbe annunciare l’adesione a quell’accordo anche con una «semplice comunicazione». Landini, infatti, ha osservato come l’obiettivo della Fiat «è far fuori il sindacato che gli si oppone». Inoltre, il leader delle tute blu della Cgil, ha affermato come lo sciopero sia anche l’occasione «per una battaglia senza quartiere contro l’articolo 8 della manovra».

 E’ «una iniziativa giusta», ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui «è evidente il problema che abbiamo di fronte». Inoltre la Camusso ha sottolineato che il problema «è reso ancora più evidente dalle scelte di Fiat sul piano, sul progetto ‘Fabbrica Italia’ e, quindi, sulle sorti dei lavoratori».