Ex Cognetex: sindacati e Rsu preoccupati per il futuro del sito produttivo di Imola

FIM FIOM e UILM insieme alle RSU aziendali denunciano la situazione “paradossale e sconcertante” che si è venuta a creare nel sito produttivo della ex Cognetex di Imola e la “politica distruttrice” che vanifica il faticoso rilancio industriale avvenuto negli ultimi anni…

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FIM FIOM e UILM insieme alle RSU aziendali a fronte di una situazione paradossale e sconcertante relativa al sito produttivo della ex Cognetex di Imola, hanno incontrato venerdì 18 gennaio il sindaco di Imola, Daniele Manca, per informarlo su quanto sta accadendo.

Dopo anni di faticoso rilancio industriale, interessi extra territoriali stanno procurando una crisi senza giustificato motivo.

Autonomamente i lavoratori e i responsabili imolesi hanno trovato negli anni scorsi soluzioni produttive, che hanno contribuito non solo a sanare in parte la situazione aziendale, ma anche ad aumentare la forza lavoro da 55 a 72 dipendenti, con molti giovani tra i neo assunti, con una attività per l’indotto locale significativa.

Infatti a gennaio 2012 si sviluppa il filatoio “compatto” con la possibilità di una sala dimostrativa.
A marzo 2012 il Direttore di Euroshor (società a cui fa capo la ex Cognetex) dichiara “Imola eccellenza del gruppo, con i conti in ordine, un esempio da seguire“, ad un apprezzabile carico di lavoro sul meccanotessile faceva riscontro un ottimo fatturato relativo al conto terzi (da anni la ex-Cognetex è azienda partner del Gruppo Bonfiglioli Riduttori, per la costruzione di particolari meccanici di qualità e inoltre ha collaborato alla crescita dell’imolese Energifera, di cui attualmente è in partecipazione azionaria). L’azienda fino alla chiusura per ferie era in espansione con consolidamento per i lavoratori a termine.

Con l’arrivo di nuove figure dirigenziali tutto è stato messo in discussione, dismissioni di lavorazioni, pesanti critiche sull’operato dei lavoratori e l’intenzione di trasferire a breve i prodotti imolesi in altri siti.
I nuovi dirigenti hanno instaurato un clima di paura in un momento in cui da più parti (anche in sede confindustriale) si parla di partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese.

Considerato inoltre che la CIGS attualmente in essere scade il 23 marzo 2013 è emerso dall’incontro l’urgenza di azioni congiunte al fine di riportare la situazione ad un normale confronto tra le parti, richiedendo un piano industriale, fermo restando che le produzioni imolesi devono rimanere a Imola.

I lavoratori imolesi, responsabili e storicamente concertativi, sono molto preoccupati e decisi a mantenere alta l’attenzione, mobilitandosi per contrastare questa politica distruttrice. Allo scopo sono state fatte nei giorni scorsi già 3 ore di sciopero (l’ultima martedì 22 gennaio) e altre iniziative sono in cantiere.