Berco: trattativa fallita, 611 licenziamenti. A rischio il mantenimento dello stabilimento imolese

Nonostante gli sforzi fatti l’azienda non ha voluto fare nessun passo avanti rispetto ai 611 licenziamenti intimati, in realtà non ha mai voluto fare un accordo e ha pervicacemente seguito la strada della rottura…

Dopo ore di trattativa, alle 2,30 della notte tra giovedì e venerdì 2 agosto, al Ministero del Lavoro, si è formalizzata la rottura della trattativa tra le Istituzioni, sindacato e i vertici aziendali della Berco, azienda della Thyssenkrupp, una delle aziende più importanti per la filiera della meccanica, come numero di addetti, dell’Emilia Romagna (oltre 2.000).

«Nonostante gli sforzi fatti l’azienda non ha voluto fare nessun passo avanti rispetto ai 611 licenziamenti intimati, in realtà non ha mai voluto fare un accordo e ha pervicacemente seguito la strada della rottura – è il duro commento di Stefano Pedini, segretario della Fiom che, con il delegato dello stabilimento imolese Giuseppe Russo, ha partecipato a tutta la trattativa-. Tutte le proposte di mediazione presentate, comprese quelle del Governo, sono state respinte dai vertici della multinazionale tedesca e ora partiranno le lettere di licenziamento per oltre 600 lavoratori (di cui oltre 400 nello stabilimento di Copparo) compresi una parte di quelli impiegati nello stabilimento di Sasso Morelli che attualmente occupa 33 persone. Licenziamenti che nel nostro territorio rischiano di decretare, di fatto, la chiusura dello stabilimento produttivo. A nulla sono servite le pressioni sulla multinazionale anche da parte del governo italiano per il tramite di quello tedesco.

E’ evidente che lo scenario che si apre ora è drammatico, l’impatto dei licenziamenti è insostenibile e in tutti gli stabilimenti sarà attuato uno sciopero ad oltranza. Abbiamo già inviato una richiesta di incontro urgente al Sindaco Manca e all’Assessore Cantelli sulla situazione che si sta determinando anche nel nostro territorio e che rischia di farci perdere professionalità e un altro sito produttivo».

Imola, 2 agosto 2013