Bene l’acquisizione della Defranceschi, paradossale la situazione della RCR

Quanto avvenuto con il fallimento della Defranceschi, la conseguente asta e l’acquisizione da parte di Sacmi dopo 6 mesi, testimoniano la possibilità di velocizzare l’iter fallimentare come invece non sta avvenendo per il fallimento dell’RCR di Fontanelice…

Quanto concretizzato dalla Sacmi, la scorsa settimana, con l’acquisizione della Defranceschi dall’asta fallimentare a Bolzano rappresenta un’importante iniziativa che permette di non disperdere un’ulteriore patrimonio produttivo e le relative competenze professionali del territorio. Dopo i diversi mesi di totale fermo produttivo auspichiamo un rapido rilancio dell’attività che consenta anche la ripresa occupazionale nel territorio a partire dalla ricollocazione del personale licenziato a gennaio. Per tali ragioni chiederemo alla nuova proprietà di verificare i piani di sviluppo e le prospettive aziendali utili a garantire la prelazione nell’assunzione ai vecchi dipendenti.
Indubbiamente quanto avvenuto con il fallimento della Defranceschi, la conseguente asta e l’acquisizione da parte di Sacmi dopo 6 mesi, permettendo tra l’altro l’esclusione di soggetti esterni interessati esclusivamente a rilevare il marchio e a non produrre nel territorio, testimoniano la possibilità di velocizzare l’iter fallimentare come invece non sta avvenendo per il fallimento dell’RCR di Fontanelice.
Paradossalmente abbiamo un’impresa disponibile ad investire e creare occupazione nella Vallata come l’Effeti, e invece il prorogare continuamente i tempi per la vendita e le ventilate aste separate per l’immobile e il ramo d’azienda rischiano di produrre solo speculazioni di soggetti che non hanno nessuna vocazione industriale, con drammatiche ricadute sulle spalle di chi lavora e del territorio. Per fine agosto è convocato un tavolo di crisi presso la Città Metropolitana di Bologna e si metteranno in campo tutte le iniziative utili a sbloccare la paradossale situazione che dura da oltre 6 anni.