Sul futuro della nostra sanità martedì 8 ottobre un incontro tra sindacato e i direttori generali Ausl dell’Area Vasta (Imola, Bologna, Ferrara)

L’autonomia non è una bandierina, ma concretamente oggi essere assorbiti da Bologna sarebbe un grave errore politico e soprattutto gestionale con il rischio di far diventare l’Ausl di Imola una struttura di periferia…

Un appuntamento importante per il futuro della sanità imolese sarà martedì prossimo in sede di Area Vasta Emilia Centro (Avec) che raggruppa le realtà sanitarie di Imola, Ferrara e Bologna all’interno della quale sono in discussione progetti importanti (centrale operativa 118, gare d’appalto, accorpamento di servizi).

«A questo proposito nell’incontro di martedì 8 ottobre i Direttori generali presenteranno al sindacato il progetto per la realizzazione del laboratorio di analisi unico, il progetto per l’integrazione delle funzioni tecnico amministrative e il progetto per l’integrazione logistica – commenta Mirella Collina della Segreteria confederale della CGIL di Imola -. Questi temi che non possono essere lasciati solo alla dirigenza, ma  richiedono un confronto trasparente anche in sede istituzionale locale. Come sindacato chiediamo una sede di confronto con i Sindaci del Circondario per valutare le proposte avanzate dai Direttori generali dell’Area Vasta che ci permetta di salvaguardare la nostra autonomia e la qualità dei servizi da erogare alla cittadinanza valutando di volta in volta il rapporto qualità-economicità. Oggi questa sede non esiste.

In questi anni ai dipendenti sono stati richiesti notevoli sacrifici, giustificandoli come necessari per conservare l’autonomia della nostra AUSL. Non vogliamo che questo divenga un alibi per mascherare un eventuale mancanza di progettazione politico-sanitaria, nonché di competenze gestionali. Da un lato, ci vengono ricordate l’importanza delle regole e il valore della appropriatezza, indispensabili per mantenerci nell’ambito delle norme che accreditano le strutture sanitarie; dall’altro lato però, assistiamo a processi organizzativi senza logica (per esempio ricordiamo  la soppressione dell’UTIC – Unità terapia intensiva cardiologica!) con la conseguenza che sempre più cittadini non scelgono di farsi curare nella struttura, ma di andare alla ricerca del singolo professionista.

In merito al dibattito che si è aperto sul futuro della sanità imolese e in particolare sull’autonomia della nostra AUSL – continua Mirella Collina – concordiamo con il Presidente della Commissione Sanità del Comune di Imola, Linguerri, quando afferma che per affrontare il tema dell’autonomia bisogna andare dentro i fatti e i numeri, ne siamo convinti perchè consideriamo l’autonomia della AUSL una premessa indispensabile per salvaguardare la qualità dei nostri servizi, e auspichiamo che nell’ambito della Commissione sanità questo venga fatto. L’autonomia infatti non è una bandierina, ma concretamente oggi essere assorbiti da Bologna sarebbe un grave errore politico e soprattutto gestionale con il rischio di far diventare l’Ausl di Imola una struttura di periferia. I continui tagli sul personale (a volte anche solo per semplici valutazioni rispetto alla media regionale), ma che poco hanno toccato i dirigenti, non permettono spesso agli operatori sanitari di poter svolgere al meglio il proprio lavoro che vuol dire anche “ascoltare” le persone e i loro bisogni. Purtroppo i tagli lineari nazionali hanno portato a tagli eccessivi nelle aziende che hanno già fatto piani di rientro negli anni precedenti come ha fatto l’Ausl di Imola da circa 10 anni. A questo proposito non ci è chiara l’intenzione espressa, nella conferenza stampa della riconferma, dalla Direttrice Lazzarato in merito alla Psichiatria, da un lato si ipotizza di diminuire i posti letto e dall’altra si intende incentivare la presa in carico domiciliare. Non vorremmo però che accadesse come nel caso dell’assistenza infermieristica domiciliare: prima si è incentivata la domiciliarità, ma poi si sono tagliati i posti per l’assistenza infermieristica domiciliare in virtù di una media regionale che però non tiene conto delle caratteristiche del territorio».

Imola, 5 ottobre 2013