Scuola, non siano gli studenti a pagare i ritardi e le inadempienze delle istituzioni

La Flc Cgil e la Cgil di Imola seguono con attenzione e preoccupazione quello che sta accadendo nelle scuole della nostra Regione e nelle altre Regioni italiane.
Certo ci troviamo in una condizione di recrudescenza del contagio e comprendiamo bene la necessità di avere il massimo senso di responsabilità in questa grave situazione.
Tuttavia la scuola in questi mesi ha dato prova di affidabilità e di massima attenzione al rispetto delle regole previste, proprio perché ogni suo componente è ben conscio del ruolo fondamentale che essa riveste per la crescita e l’istruzione dei nostri figli.
Oggi la scuola è uno dei luoghi più sicuri, viste le rigorose procedure adottate, seguite scrupolosamente dal personale e dagli studenti, pertanto non possono essere scaricate su di essa le motivazioni dell’aumento del contagio che risiede in bel altre cause (trasporti, blandi controlli sugli assembramenti, non rispetto del distanziamento e uso delle mascherine, mancato tracciamento…)
Chiediamo, quindi, che si ripensi alla misura introdotta nel Dpcm sulla didattica a distanza, questa modalità deve essere solo uno strumento per casi estremi, non può essere una scusa per giustificare quanto non è stato fatto finora.
Siamo di fronte a un abisso pedagogico, la scuola non può chiudere, perché la scuola si fa in presenza, se la obbligate alla chiusura almeno che questo sia utile a organizzare prontamente ciò che finora non è stato adempiuto.

Alla riunione del Tavolo di monitoriaggio sulle scuole del territorio, che si è svolta il 27 ottobre in videoconferenza, sono emerse le tante criticità negli istituti comprensivi causate dell’impossibilità di reperire personale docente dalle graduatorie esistenti, per sostituire il personale assente per malattie o quarantena. Allo stesso modo pesa la carenza di personale Ata.

Come Flc e Cgil chiediamo che l’Ufficio scolastico territoriale e regionale si facciano carico di queste problematica e intervengano per evitare che siano gli studenti a pagare i ritardi e le inadempienze delle istituzioni.