Progettare il futuro uniti per difendere il lavoro

Mirella Collina
segretaria generale Cgil Imola

La pandemia ha accentuato una crisi economica già in atto da diversi anni nel nostro territorio, mutando i riferimenti economici, produttivi e sociali, con la chiusura di un numero significativo di imprese e la scomparsa di importanti filiere, con la crescita della disoccupazione e del lavoro povero, soprattutto femminile e giovanile (in modo particolare nel settore del commercio) e un forte incremento di fenomeni di povertà e di esclusione sociale.

Il quadro di incertezza generale dovuto alla pandemia e il prolungamento dello stato di emergenza fino al 30 aprile, che potrebbe essere ulteriormente esteso, rende necessaria la prosecuzione della cassa Covid in abbinamento alla proroga del blocco dei licenziamenti.
È evidente la necessità di proteggere gli attuali livelli occupazionali, a maggior ragione in una fase inedita in cui i settori più in difficoltà, turismo, terziario e cultura, sono quelli che negli scorsi anni hanno assorbito lo strutturale calo dell’occupazione nei settori manifatturieri.
Così come intervenire sui contratti di solidarietà difensiva, che da tempo riteniamo essere uno degli strumenti principali per affrontare la fase attuale di crisi, con uno specifico vincolo che stabilisca l’obbligo di utilizzare tutti gli ammortizzatori a disposizione prima di considerare ipotesi di esuberi strutturali.

Questi strumenti e la riforma degli ammortizzatori sociali, ci devono mettere nelle condizioni di trovare soluzioni che vadano a tutelare un eventuale impoverimento delle famiglie e trovare modalità di ricollocazione e riconversione dei lavoratori disoccupati, per aggredire l’emergenza, ma al contempo individuare azioni con una visione più a lungo termine.

Per tutte queste ragione vedo nell’attuale crisi di governo la palese voglia di emergere da parte di una forza politica e non un costruttivo dibattito interno per il bene del Paese, come spesso accade in una sana democrazia. In un momento di pandemia di questo tipo si deve pensare alla salute dei cittadini e alla ripresa dell’economia con le risorse che provengono dall’Europa, per scongiurare i licenziamenti e l’aumento della disoccupazione.

Il nostro territorio paga lo scotto di non avere avuto durante la crisi economica un Circondario politicamente forte, in grado di promuovere e realizzare politiche di sviluppo attraverso le risorse metropolitane, regionali, nazionali ed europee. Se non si ricostruisce un patto forte tra tutti i sindaci del nostro territorio, caratteristica che ha contraddistinto il Circondario imolese dalla sua nascita e che ha portato negli anni passati benessere e buoni servizi, il rischio, ora, è quello di non riuscire neppure ad intercettare, progettare e utilizzare le risorse disponibili da investire in innovazione tecnologica, tutela dell’ambiente e assetto idrogeologico, energie rinnovabili, riciclo e riuso dei rifiuti, digitale, rinnovamento della pubblica amministrazione, welfare e sanità. Non solo al fine di migliorare la qualità nei servizi, ma anche per promuovere una buona occupazione.

E’ necessario che il Circondario riprenda vigore con una leadership forte, con le indispensabili competenze e il rafforzamento dei servizi in comune con l’aumento del personale necessario e la relativa formazione, per ottenere le risorse e i progetti presenti nel Patto per il lavoro e il clima regionale e nel Patto per il lavoro e lo sviluppo sostenibile siglato in Città Metropolitana che declina azioni in due ambiti precisi: gestione dell’attuale emergenza e progetti strategici prioritari più a lungo termine, con ricadute importanti anche per il nostro territorio e per le famiglie. In particolare i progetti da sviluppare sono legati a benessere, inclusione e contrasto alle fragilità; una nuova sfida di sostenibilità rispetto al territorio; filiere produttive, qualità del lavoro, formazione e competenze, giovani, donne.

Su questi filoni si è aperta mesi fa anche a livello circondariale la discussione con il mondo economico, le organizzazioni sindacali, le associazioni di volontariato, i servizi sociali e l’Ausl per sviluppare il Piano strategico circondariale. Questa discussione però deve tramutare in azioni concrete di aiuto al mondo del lavoro, alle imprese e ai cittadini nel suo complesso, per non lasciare tutto solo sulla carta.

Ci lascia perplessi la decisione presa dal sindaco Merola di convogliare più risorse sulla Città Metropolitana senza avere criteri chiari di ripartizione nei Comuni più in difficoltà del nostro territorio. Chiediamo perciò al sindaco Tinti, che ci ha rappresentato fino ad oggi come vicesindaco della Città Metropolitana e al quale purtroppo sono state tolte le deleghe senza dare il giusto peso al nostro territorio, di portare questa discussione sul tavolo del Circondario imolese per un confronto con tutto il mondo economico per capirne le ricadute che inevitabilmente incideranno anche sul Piano strategico circondariale che stiamo definendo.

Mirella Collina
segretaria generale Cgil Imola