Produttività, la Cgil non firma l’accordo

“L’intesa è coerente con la politica del Governo che scarica sui lavoratori i costi e le scelte per uscire dalla crisi. Si è persa un’occasione”. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato così l’accordo sulla produttività raggiunto il 21 novembre tra Governo e parti sociali che la Cgil non ha firmato…

Logo CGIL“L’intesa è coerente con la politica del Governo che scarica sui lavoratori i costi e le scelte per uscire dalla crisi. Si è persa un’occasione”. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato così l’accordo sulla produttività raggiunto il 21 novembre tra Governo e parti sociali che la Cgil non ha firmato.

“Credo che fosse evidente a tutti – ha spiegato Camusso – che si stava consumando una scelta che non determina né risultati positivi né spinte propulsive. L’accordo così come è stato costruito produrrà soprattutto un abbassamento dei salari. Il punto più critico del documento è infatti quello in cui si stabilisce che dentro le logiche del contratto nazionale ci sono delle quote economiche che vengono spostate al secondo livello. La Cgil, invece, continua a ritenere che il Ccnl debba avere la funzione di tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni dell’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici di ogni singolo settore, incrementando i minimi tabellari che determinano anche le relative incidenze, mentre il secondo livello (che attualmente riguarda meno del 30% del lavoro dipendente) deve aggiungere risorse legate alla produttività nell’impresa”.

Prima dell’incontro con il Governo, la segretaria generale Camusso aveva elencato i punti critici da sciogliere in una lettere alle controparti:

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