Ospedale di Imola, la Cgil di Imola chiede un confronto

Le organizzazioni sindacali devono entrare a pieno titolo nella discussione sulle riorganizzazioni che cambiano la fisionomia della sanità imolese. Non possono esserci reparti a rischio sicurezza perché la proporzione tra il personale e i pazienti non è adeguata…

ausl-imola-ospedaleCome organizzazione sindacale e Rsu Cgil all’interno dell’Ausl di Imola, vogliamo segnalare le forti difficoltà a cui fanno fronte tutti i giorni gli operatori che lavorano all’interno dell’ospedale, con diverse mansioni e diverse responsabilità.

Riteniamo si debba discutere con urgenza di questa situazione, nonostante le dimissioni del direttore generale dell’Ausl, Maria Lazzarato. Purtroppo da diversi anni a questa parte, abbiamo assistito ad un lento dissanguamento del nostro ospedale a causa dei continui tagli che a tutti i livelli hanno colpito il sistema sanitario.

Oggi la situazione non è più sostenibile e la Regione ha comunicato a quali parametri le Aziende si devono attenere per l’anno 2015. Ci sembra che definire i parametri a metà settembre sia oltremodo tardi, ma soprattutto questa direttiva pone delle condizioni molto vincolanti: pareggio di bilancio rispetto al piano assunzioni. L’Azienda, che ha sforato con la spesa di personale rispetto al 2014 ed è in disavanzo, non è quindi nelle condizioni di effettuare assunzioni fino alla fine dell’anno. Ma anche la prospettiva per l’anno 2016, illustrata dal Governo proprio in questi ultimi mesi, non ci fa ben sperare.

L’Azienda ha quindi ribadito la necessità di non sostituire nessuno, anche in caso di dimissioni, di proseguire la riduzione dei 2 posti letto della Intensiva (rianimazione) e di ridurre i posti letto nel reparto residenziale di Castel San Pietro e Hospice. Il tutto per recuperare unità di personale. Siamo a dir poco preoccupati per la situazione che si creerà in ospedale nel periodo invernale per effetto dell’influenza e malanni di stagione.

Riteniamo sia indispensabile per la nostra Organizzazione Sindacale, per gli operatori, ma anche per i cittadini del circondario imolese, capire quali saranno le riorganizzazioni future in cui l’Azienda di Imola è coinvolta. Purtroppo stiamo assistendo ad una continua riorganizzazione interna, a cui si aggiungono le riorganizzazioni relative all’Area vasta e alla Città metropolitana, che creano confusione, malessere e disorientamento tra gli operatori e gli utenti.

Circolano sempre più insistentemente voci di altre pseudo-riorganizzazioni riguardanti alcune unità operative (cardiologia? Ortopedia?) e alcuni professionisti (soppressione di alcuni, e solo alcuni, incarichi dirigenziali).

Le organizzazioni sindacali devono entrare a pieno titolo in questa discussione che cambia la fisionomia della sanità imolese. Non ci sconvolgono le riorganizzazioni ma ne vogliamo essere messi a conoscenza, prima e non a decisioni già prese. Le riorganizzazioni sovra-aziendali per il momento interessano laboratori, radiologia, trasfusionale e logistica (servizi amministrativi e tecnici).

Vogliamo entrare nel merito delle riorganizzazioni interne, perché se si deve stringere la cinghia, lo si fa a tutti i livelli. Gli infermieri, ad esempio, non devono sostituire i caposala, occupandosi sistematicamente della burocrazia del reparto, come avviene in particolare nel Dea (Dipartimento Emergenza Accettazione). I caposala ci sono e devono svolgere le mansioni del profilo di appartenenza. Non possiamo avere reparti che sono a rischio sicurezza perché la proporzione tra il personale e i pazienti non è adeguata. E’ il caso del Diagnosi e Cura, dove il personale è stato ridotto in modo drastico rispetto agli stessi reparti del bolognese: a Imola su 13/14 posti letto ci sono 16 infermieri, mentre a Bologna su 15 posti letto gli infermieri sono 22. La sicurezza degli operatori e dei pazienti deve essere garantita con almeno 3 infermieri per turno. Molte sono le situazioni con problemi, ma scarsa la disponibilità dell’Azienda nel rivederle. Solo a parole!

Le continue riorganizzazioni, che hanno toccato quasi tutti i reparti dell’Ausl imolese, il più delle volte sono state subite dagli operatori, perché “sentiti” ma non “ascoltati”, e hanno portato il personale ad avere uno stato di stress lavorativo che “si respira” quando si entra in ospedale.

Chiediamo alla Direzione Generale dell’Ausl di Imola di prevedere con il rinnovo del nuovo Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità e contro le discriminazioni, che recepisce anche le funzioni del Comitato contro il fenomeno del mobbing, che sia presieduto da operatori che non hanno potere dirigenziale sul personale. Questo per dare modo agli operatori di sentirsi in piena libertà di effettuare segnalazioni alla Commissione.

Alle istituzioni chiediamo la convocazione di un incontro per discutere di quanto sta accadendo nel nostro ospedale e delle ripercussioni sui lavoratori della nostra sanità che hanno portato avanti egregiamente i servizi fino a questo momento, ma che ora non sanno più dove stanno andando! Vi chiediamo di ascoltarli perché non sono solo i generali che fanno la sanità, ma la semplice truppa! Vi chiediamo di rispettarli, non sono numeri da spostare a destra e a sinistra, ma persone che come tutti hanno anche una vita privata!

Mirella Collina – Cgil Imola

Fp-Cgil Imola

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CGIL Medici Imola