Nota della Segreteria Nazionale CGIL sulla riforma del mercato del lavoro

Dato l’ingiustificato ritardo con cui il Ministero del Lavoro ha reso pubblico il testo ufficiale del Ddl sul Mercato del Lavoro, la Segreteria Nazionale della CGIL esprime prime valutazioni di ordine generale, rinviando le osservazioni specifiche a un futuro più compiuto esame dell’articolato in essere…

5/4/2012 Dato l’ingiustificato ritardo con cui il Ministero del Lavoro ha reso pubblico il testo ufficiale del Ddl sul Mercato del Lavoro, la Segreteria Nazionale della CGIL esprime prime valutazioni di ordine generale, rinviando le osservazioni specifiche a un futuro più compiuto esame dell’articolato in essere.

  • La riconquista dello strumento del “reintegro” nel caso di licenziamenti economici insussistenti è un risultato positivo che ripristina un principio di civiltà giuridica.

Ciò insieme alla velocizzazione dell’iter di giudizio, il permanere dell’onere della prova sull’impresa, al ruolo del sindacato nella conciliazione ricostituiscono il potere di deterrenza dell’art. 18 e scongiurano la pratica dei licenziamenti facili a indennizzo economico che Governo e Confindustria intendevano introdurre;

  • Il Governo aveva chiuso la consultazione con le parti sociali imponendo un testo che escludeva il reintegro per i licenziamenti economici. Ora è dovuto tornare indietro: si tratta di un importante risultato della CGIL, della mobilitazione unitaria dei lavoratori, del consenso che si è sviluppato nel Paese sul tema della dignità del lavoro, a cui hanno prestato ascolto le forze politiche progressiste più sensibili alle tematiche sociali;
  • Il Ddl pomposamente definito “Riforma del Lavoro in una prospettiva di crescita” contiene forse la Riforma ma non la prospettiva di crescita.

Sul tema della precarietà la distanza tra il testo presentato rispetto agli annunci propagandistici del Governo sono evidenti e rischiano di arretrare i risultati  ottenuti nel confronto con le Organizzazioni Sindacali.

  • Sul tema degli ammortizzatori, l’articolazione dei fondi allontana l’idea di universalità, così come non c’è risposta inclusiva per i lavoratori discontinui.

In ragione di questo giudizio, dei risultati raggiunti e delle tante questioni aperte la CGIL conferma la necessità di una forte iniziativa, che proporrà anche a CISL e UIL, con al centro:

  • presidiare la discussione sul Ddl al fine di migliorarlo a partire da precarietà e ammortizzatori;
  • ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente e i pensionati;
  • ottenere provvedimenti per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.

Sulla base di queste priorità il prossimo Direttivo della Cgil definirà il calendario e le modalità della prosecuzione della mobilitazione. Intanto le strutture della CGIL sono impegnate nella preparazione della manifestazione del 13 aprile a contrasto degli effetti della riforma pensionistica.