La festa non si vende, si vive!

Le organizzazioni sindacali dei lavoratori del commercio dell’Emilia Romagna, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, hanno proclamato l’astensione dal lavoro festivo dei lavoratori del commercio e degli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei centri commerciali nelle giornate festive del 6 aprile lunedì di Pasqua, del 25 aprile Festa della Liberazione e 1° maggio Festa dei Lavoratori…

FilcamsCGIL_Pasqua_webBLe organizzazioni sindacali dei lavoratori del commercio dell’Emilia Romagna, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, hanno proclamato l’astensione dal lavoro festivo dei lavoratori del commercio e degli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei centri commerciali nelle giornate festive del 6 aprile lunedì di Pasqua, del 25 aprile Festa della Liberazione e 1° maggio Festa dei Lavoratori.

«Nel nostro territorio alcuni supermercati e centri commerciali, come Famila, Pam, Obi e Mercatone, hanno scelto di restare aperti anche il lunedì di Pasqua, 6 aprile – riferisce Veruska Grementieri della Filcams-Cgil di Imola -. Ancora una volta si mercificano i giorni festivi, noncuranti delle ripercussioni negative di queste scelte sulla vita delle persone che lavorano nel commercio, in prevalenza donne, già costrette al lavoro domenicale da quando il Decreto “Salva Italia” del 2011 ha introdotto la liberalizzazione degli orari, eliminando ogni vincolo e regola. Per lo meno nella grande distribuzione c’è chi, come Coop Adriatica, ha fatto la scelta di garantire la chiusura di tutti i punti vendita in tutte giornate di festive, compresi Pasquetta, 25 Aprile e 1° Maggio, grazie agli accordi sindacali sul lavoro festivo e domenicale. Al contrario c’è chi, come Famila, ha prima lanciato una campagna pubblicitaria sbandierando la chiusura domenicale, per permettere ai suoi collaboratori di trascorrere più tempo in famiglia, salvo poi decidere di restare aperti a Pasquetta, scelta alquanto contraddittoria. Continuiamo a sostenere che le aperture domenicali e festive, in una situazione di diminuzione del reddito delle famiglie e di crisi dei consumi, non porteranno all’aumento dell’occupazione e al superamento della crisi del commercio, come promesso quando fu approvata la liberalizzazione, ma solo ad un peggioramento delle condizioni di vita di coloro che lavorano nel settore. Ricordiamo a tutti i lavoratori e le lavoratrici che sulla base delle norme contrattuali vigenti, potranno astenersi dall’ effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza incorrere in nessuna sanzione».