La Cooperativa Sociale Elleuno non paga i primi tre giorni di malattia ai propri soci lavoratori

La decisione di non voler pagare i primi tre giorni di malattia prendendo a pretesto una crisi economica, tra l’altro mai rappresentata alle Organizzazione Sindacali, rappresenta unicamente un attacco al contratto nazionale e alle tutele economiche normative lì contenute. La contrapposizione sindacale sarà, però, ferma e risoluta…

Per i soci lavoratori della Cooperativa Sociale Elleuno, se si ammalano, salta il pagamento dei primi tre giorni di malattia.
La Cooperativa Sociale Elleuno, con sede a Casale Monferrato (AL), gestisce nel territorio del circondario imolese le Case Residenze Anziani di Castel San Pietro Terme e Dozza e il Servizio di Assistenza Domiciliare di Castel San Pietro Terme. Tutti servizi gestiti in accreditamento per conto del Circondario.

Si tratta di un atto unilaterale della Cooperativa, a seguito di una delibera dell’assemblea dei soci dello scorso mese di dicembre. Quella delibera è in palese contrasto con gli art. 1 e 71 del Contratto Nazionale di Lavoro Coop Sociali 2017-2019 applicato dalla Cooperativa.

L’art. 1, prevede tra l’altro che “… per quanto attiene al trattamento economico e normativo complessivo delle socie lavoratrici e dei soci lavoratori delle cooperative si fa riferimento a quanto previsto dal presente CCNL”.

L’art. 71 afferma che “In presenza di malattia o infortunio non lavoro, alla lavoratrice o al lavoratore non in prova sarà corrisposto il trattamento assistenziale a integrazione dell’indennità di malattia a carico degli Enti competenti fino al raggiungimento del 100% della normale retribuzione fino al 180° giorno”.

Si tratta di una violazione del Contratto nazionale delle Cooperative Sociali, reso ancora più insopportabile dal contesto in cui questo provvedimento è stato preso, andando a colpire lavoratrici e lavoratori sottoposti da oltre un anno a stress enormi dovuti alla pandemia che stiamo vivendo.

L’atto della Cooperativa provoca, inoltre, una insopportabile differenziazione tra le lavoratrici e lavoratori: l’unica deroga all’atto deliberato dalla Cooperativa è il riconoscimento della malattia retribuita al 100% solo per coloro che si ammalano di Covid.
Conseguentemente la Cooperativa ritiene che tutte le altre forme di malattia siano inventate? La Cooperativa non è nuova a uscite di questo genere: ricordiamo, in piena pandemia, già un anno fa, la Presidente che acquistò una pagina di alcuni quotidiani nazionali per accusare i lavoratori di essere dei fannulloni, i medici di non valutare attentamente le malattie e i sindacati di connivenza con i lavoratori fannulloni.

A nostro parere questa presa di posizione contrasta pure con la normativa vigente nella Regione Emilia-Romagna in materia di accreditamento socio-sanitario e per questo il 23 marzo scorso abbiamo chiesto un incontro a livello di Città Metropolitana (in quanto la Cooperativa gestisce altre due Case Residenze Anziani sul territorio di Bologna) e abbiamo inviato una lettera al Presidente del Circondario e all’Ufficio di Piano all’Ufficio di Piano del Distretto sanitario di Imola per chiedere se, tra le condizioni previste per la concessione del servizio in accreditamento, vi fosse la possibilità di derogare al Contratto Nazionale. Se così non fosse si chiede all’Ufficio di Piano di attivarsi presso la Coop. Sociale Elleuno affinché metta in atto i provvedimenti del caso.

La decisione di non voler pagare i primi tre giorni di malattia prendendo a pretesto una crisi economica, tra l’altro mai rappresentata alle Organizzazione Sindacali, rappresenta unicamente un attacco al contratto nazionale e alle tutele economiche normative lì contenute. La contrapposizione sindacale sarà, però, ferma e risoluta.

Maurizio Serra – Fp Cgil Imola  
Kevin Ponzuoli – Cisl Fp 
Giuseppe Rago – Uil Fpl