Il lavoro non è una merce: mobilitazione per cambiare le norme del governo sul mercato del lavoro

Nell’ambito della mobilitazione proclamato per il 20 aprile lo sciopero generale territoriale di 4 ore (salvo estensione a tutta la giornata decisa dalle specifiche categorie o Rsu)…

La CGIL è pronta a dare battaglia contro le norme proposte dal governo per la riforma del mercato del lavoro. Una mobilitazione che sarà dura e articolata e che punta a ottenere risultati concreti durante il dibattito parlamentare della riforma.

Un intenso programma di banchetti, presidi, volantinaggi, scioperi, assemblee si stanno mettendo in calendario per accompagnare tutto l’iter della discussione parlamentare. Lunedì 26 marzo si è svolto un volantinaggio in tutti gli incroci della zona industriale imolese e al mercato di Castel San Pietro. Venerdì 30 marzo si è tenuta un’assemblea straordinaria di tutti i delegati e delegate Cgil per varare il calendario delle iniziative contro la modifica dell’articolo 18, che di fatto liberalizza i licenziamenti individuali, e per modificare parti della riforma che, in realtà, esclude ancora molti lavoratori e lavoratrici da tutele minime. Per esempio, dalla nuova indennità di disoccupazione sono esclusi tutti coloro che lavorano con contratti di collaborazione, nonostante un aumento sostanzioso dei contributi che dovranno versare e che, in mancanza di soglie minime fissate per il loro compensi, rischia di ridurre le loro retribuzioni.

Nell’ambito della mobilitazione è stato proclamato uno sciopero generale territoriale di 4 ore per venerdì 20 aprile con concentramento alle ore 9 presso il piazzale del Rirò (via Selice) a Imola

«Dopo la durezza della riforma delle pensioni, ancora una volta il prezzo viene pagato dal mondo del lavoro – dichiara Elisabetta Marchetti, segretaria generale della Cgil di Imola -. La modifica dell’articolo 18 restituisce dopo 50 anni il potere di licenziare a prescindere dalla motivazione. Quando ci sono delle ragioni economiche reali sono molteplici gli strumenti che un’azienda ha a disposizione per licenziare, ma il punto è un altro: se il giudice stabilisce che il licenziamento è infondato, perché mai il lavoratore non dovrebbe avere il diritto ad essere reintegrato nel suo posto di lavoro? Il monetizzare il licenziamento ci riporta indietro di mezzo secolo, quando non esisteva il diritto al reintegro in caso di licenziamenti ingiustificati».

Diritto sancito appunto dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori nel 1970. Pochi giorni fa Carlo Smuraglia, un maestro del diritto del lavoro e attuale presidente nazionale Anpi, ha così definito l’articolo 18: «nel sistema del diritto del lavoro equivale al principio di uguaglianza nella Costituzione».

«E’ vero che siamo in crisi – precisa Marchetti -, ma i principi di civiltà valgono anche in tempo di crisi. Cominciare a smantellarli è pericoloso perché non si sa dove si finisce. E’ un discorso analogo a quello che si fa sulla Costituzione. Si può cambiare, ma non toccando i principi fondamentali».

Nella riforma del mercato del lavoro si salvano alcuni aspetti positivi che la Cgil richiedeva da tempo, come ad esempio lo smantellamento del contratto di associazione in partecipazione. «Restano dei punti da migliorare – sottolinea la segretaria della Camera del lavoro imolese -. A differenza di quanto dichiarato dalla ministra Fornero, chi era privo di tutele in molti casi rimane senza. Da una prima lettura delle linee programmatiche pubblicate dal Governo, i nuovi requisiti per la mini Aspi (ex indennità di disoccupazione a requisiti ridotti) di fatto non allargherebbero la platea degli aventi diritto, ma al contrario escluderebbero dal diritto molte persone che oggi ne potevano usufruire, che nel nostro territorio sono un migliaio. L’obiettivo della nostra mobilitazione è ripristinare la verità sulle norme, precisando quali tutele si acquisiscono e quali diritti vengono cancellati, peggiorando le condizioni di chi lavora. La mobilitazione sarà lunga e dura perché non accettiamo che ancora una volta sia il mondo del lavoro a pagare, mentre il Governo continua ad essere debole con chi è più forte, a partire dalle banche alle quali sono state ripristinate le commissioni bancarie, che l’esecutivo aveva annunciato di voler cancellare per diminuire i costi per i clienti».

Materiale informativo:

documento riforma del mercato del lavoro

Ordine del giorno conclusivo del Comitato Direttivo Cgil nazionale del 21 marzo 2012

 

Guarda le foto dell’attivo della Cgil di Imola del 30 marzo 2012