“Io di me farò una rivoluzione” è lo slogan scelto per l’Assemblea nazionale delle donne del sindacato dei pensionati Cgil, conclusasi a Roma il 30 maggio.

Molti i temi toccati e tanti gli interventi partiti dal presupposto che il cambiamento sociale e culturale che stiamo vivendo non significa rimuovere i nostri valori, ma rimarcarli ulteriormente: assumono così una nuova luce in questo momento storico complicato.
Viviamo un governo di destra che risponde solo a Confindustria, alle lobby, a interessi particolari e ci opponiamo con le grandi manifestazioni di Bologna, Milano, Napoli a scelte liberistiche e neocorporative. Noi Spi Cgil, noi Donne del Coordinamento, siamo una bandiera per un paese che deve cambiare sui grandi temi, quali la salute e la sanità, la precarietà, la scuola, la nostra costituzione antifascista.
Abbiamo partecipato a “Belle Ciao”, l’Assemblea nazionale della donne Cgil per uscire da uno stereotipo che costruiamo a volte noi tra di noi e che vede le donne pensionate affrontare solo i temi che fanno i conti con le fragilità. Con la contrattazione sociale possiamo dare un forte contributo, dando voce ai bisogni delle donne tutte, sui temi della conciliazione vita-lavoro e sul tema trasversale della violenza che sicuramente non è una emergenza, ma un problema strutturale che ha radici profonde nella nostra società (a tale proposito è stata presentata la ricerca Ires sulla violenza alle donne anziane).
Dobbiamo pensare ad alleanze e a comitati che si muovono Per e non sempre Contro: a questo proposito importante è il contributo delle Leghe e delle pensionate iscritte.
Non esistono percorsi separati tra il Coordinamento donne e lo Spi. Lo confermano anche le parole del segretario dello Spi nazionale, Ivan Pedretti: «Una bella assemblea, fortemente partecipata, con una fortissima spinta in avanti. Proprio quello che ci vuole davanti alle grandi sfide che stanno attraversando il mondo, le relazioni sociali, la politica. Dalla donne del sindacato è arrivata ancora una volta la conferma di un impegno che ha attraversato la storia degli ultimi decenni e che si unisce alle richieste delle nuove generazioni: a quelle dei ragazzi e ragazze che denunciano il rischio dei cambiamenti climatici, alle donne che in ogni parte del mondo lottano per la libertà e partecipazione nella consapevolezza che migliorare le condizioni femminili a ogni età ci fa stare meglio tutti. In un paese che vira a destra, che sta letteralmente franando, che si allaga e grida sofferenza, dovremmo fare di noi tutti una rivoluzione».