Dati preoccupanti nel secondo rapporto dell’Osservatorio sull’economia e il lavoro del territorio

Da oggi è on line sul sito della Cgil di Imola il secondo rapporto dell’Osservatorio sull’economia e il lavoro nel circondario imolese, relativo ai dati 2011, elaborato dell’Ires Emilia Romagna per conto della Camera del lavoro imolese…

Dati preoccupanti emergono dal secondo rapporto dell’Osservatorio sull’economia e il lavoro nel circondario imolese, relativo ai dati 2011, elaborato dell’Ires Emilia Romagna per conto della Camera del lavoro imolese.

«La scelta di dotarci di questo Osservatorio, nasce dall’esigenza di avere uno strumento che, con cadenza annuale, accompagni i cambiamenti e le evoluzioni del nostro territorio – spiega Elisabetta Marchetti, segretaria generale della Cgil di Imola-. Dietro ai numeri ci sono le persone e la qualità del vivere e purtroppo i dati evidenziano il permanere degli effetti della crisi sul tessuto imprenditoriale e sul lavoro. Il territorio risulta pesantemente colpito da una crisi economico-finanziaria che oggi assume un carattere recessivo. Attualmente l’utilizzo della cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, oltre al contratto di solidarietà hanno evitato un processo di licenziamento collettivo nel territorio, ma è necessario interrogarsi su come sostenere una prospettiva di sviluppo. Il processo di ridimensionamento del tessuto produttivo locale, con la chiusura di alcuni rilevanti insediamenti industriali (Cnh, Haworth, Ceramiche Ricchetti, Malaguti), la stabilizzazione su livelli produttivi più bassi di molte imprese, l’aumento della disoccupazione obbligano a riflettere su quello che può essere il modello di sviluppo futuro del territorio, a partire dalla reindustrializzazione di quei siti produttivi».

Il quadro che emerge dall’Osservatorio è addirittura in peggioramento nel primo semestre del 2012. Aumenta costantemente, infatti, il ricorso agli ammortizzatori sociali. Nel settore metalmeccanico oggi sono 59 le aziende dell’industria che ne usufruiscono (per un totale di 1.300 lavoratori), 35 nell’artigianato (per un totale di 200 lavoratori). Nel settore ceramico, tessile e della gomma-plastica quattro aziende stanno applicando il contratto di solidarietà per un totale di duemila lavoratori (Cooperativa Ceramica, Cerim, Cedir e Unitex), ai dipendenti della Ricchetti viene corrisposta la cassa integrazione straordinaria per cessata attività, mentre alle Tecnocupole Pancaldi quella per evento improvviso ed imprevisto. In altre 7 aziende del settore si sta facendo ricorso a quella ordinaria.

Nell’edilizia e legno sono 27 le aziende che stanno ricorrendo alla cassa integrazione (16 nell’artigianato e 11 nell’industria), a cui se ne aggiungono altre 5 nel comparto legno. Da gennaio ad aprile, solo in questo settore sono stati siglati 71 accordi sugli ammortizzatori sociali, mentre nello stesso periodo dello scorso anno erano 47. «Stiamo assistendo ad una preoccupante accelerazione della crisi che dobbiamo arginare – conclude Marchetti -. Occorre costituire, assieme alle istituzioni un gruppo di lavoro per sostenere le aziende che possono essere salvate».