Decreto sicurezza, il Comitato territoriale per la Pace e i Diritti chiede un incontro urgente ai sindaci del circondario

Chiediamo che i sindaci prendano una posizione netta contro il decreto Salvini e mettano in atto tutte le misure in grado di garantire condizioni di vita dignitose ai migranti e alle migranti presenti nella città metropolitana.

Nell’ultimo mese il Comitato territoriale per la pace e i diritti si è riunito più volte e ha registrato nuove adesioni. Tutti/e sono concordi nel ritenere necessario e urgente attivarsi per contrastare il Decreto legge 113 del 4 ottobre 2018, detto anche decreto Salvini, convertito nella legge n. 132 del 1° dicembre scorso, che rappresenta una grave violazione dei diritti e delle libertà garantite dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani.

Non può il pur legittimo principio di tutela della sicurezza diventare un alibi per discriminazioni nei riguardi di persone colpevoli solo di cercare una strada per la propria sopravvivenza, fuggendo da guerre, violenze, fame, carestie e disastri ambientali.

Nel merito delle scelte nei confronti di migranti, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, la legge non solo è inefficace ma crea le condizioni oggettive per una maggiore insicurezza e tensione sociale, causando la ghettizzazione e marginalizzazione di persone fragili ed esposte al rischio di cadere nel sistema della criminalità e dello sfruttamento, in particolare per le donne migranti.

La Regione Emilia Romagna, la Città Metropolitana di Bologna e i Comuni del nostro Circondario sono da sempre un esempio di umanità e solidarietà. Abbiamo costruito negli anni un sistema virtuoso di accoglienza, assistenza e integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo, attraverso lo sviluppo di una fitta rete di relazioni tra tutti gli attori in campo, dalle Istituzioni alle realtà del terzo settore, alla società civile. Questo viene riconosciuto sul piano regionale, dal progetto “Emilia-Romagna terra d’asilo” finanziato dalla Regione a partire dal 2005. Tutto questo oggi rischia di essere cancellato, con gravi ripercussioni sulla vita dei migranti e sulla stessa sicurezza delle comunità in cui viviamo.

Il decreto, inoltre, rischia di generare anche nei nostri Comuni nuove sacche di disoccupazione tra gli operatori e le operatrici del settore dell’accoglienza e dell’integrazione. Sul tema del lavoro occorre invece salvaguardare il patrimonio straordinario di professionalità, competenza e impegno sociale, di cui sono portatori i lavoratori e le lavoratrici che operano nel nostro territorio.

Per queste ragioni è fondamentale una risposta democratica e solidale di tutta la Città Metropolitana e la ripresa di una forte azione collettiva a difesa dei diritti civili gravemente offesi. Un impegno concreto per contrastare una legge violenta e ingiusta, frutto di una politica che risponde alla paura alimentandola, che dichiara di voler lottare la povertà ma finisce per schiacciare i poveri, i più deboli producendo sempre più diseguaglianze.

Chiediamo, quindi, un incontro urgente con i Sindaci dei Comuni del circondario imolese affinché prendano una posizione netta contro il decreto Salvini e mettano in atto tutte le misure in grado di garantire condizioni di vita dignitose ai migranti e alle migranti presenti nella città metropolitana.

Un percorso che ci auspichiamo possa essere costruito in rete con le città italiane che hanno già espresso la volontà di disapplicare alcune norme contenute nel decreto.

In attesa della costituzione di un tavolo permanente ancora più ampio della rete dell’accoglienza della Città metropolitana, avanziamo di seguito alcune proposte concrete, elaborate con il contributo di ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), che potranno essere messe in pratica dai Comuni del Circondario Imolese per attenuare nell’immediato le conseguenze della legge in materia di accesso ai servizi, minori stranieri e residenza.
Resta, infine, la nostra ferma opposizione all’apertura di un Centro per il Rimpatrio sul territorio metropolitano, anche alla luce delle lotte che negli anni scorsi hanno ottenuto la chiusura del CIE.

IL COMITATO PER LA PACE E I DIRITTI:

CGIL IMOLA – CISL AREA METROPOLITANA BOLOGNESE – UIL IMOLA – TRAMA DI TERRE – CAMMINANDO INSIEME – LIBERA – ANPI – ARCI – RETE DEGLI STUDENTI MEDI – PER LE DONNE – AUSER – NO SPRECHI – UISP – PRIMOLA – PRC – PCI – PD – SINGOLI CITTADINI