Commercio, sabato 30 marzo sciopero nei punti vendita Federdistribuzione

Dopo una settimana in cui è avvenuta la ripresa dei tavoli di trattativa per i 4 contratti nazionali del terziario, che ha permesso di arrivare alla firma delle ipotesi di accordo di rinnovo per i CCNL Confcommercio, Confesercenti e Distribuzione Cooperativa, non è stato possibile lo stesso per quanto riguarda Federdistribuzione che rimane l’unica a lasciare lavoratrici e lavoratori senza un rinnovo contrattuale. 

La logica di scambio tra aumento salariale e peggioramento della parte normativa (con, tra le altre, aumento precarietà, della flessibilità ed abbassamento delle professionalità) proposta da Federdistribuzione fin dall’apertura del tavolo ha mostrato la chiara intenzione di sabotare diritti e garanzie già contenute nel CCNL attuale. 

Per questa ragione sabato 30 marzo le lavoratrici ed i lavoratori delle aziende Federdistribuzione, circa 250 addetti impiegati in punti vendita di aziende importanti sul nostro territorio come ad esempio LIDL, PAM, FAMILA, DESPAR, IN’S, OBI, KASANOVA, ARCAPLANET, JYSK, sciopereranno e si faranno sentire per chiedere con forza quello che spetta loro di diritto: un rinnovo contrattuale che dia dignità al loro lavoro ed alla loro professionalità, che permetta di adeguare il salario all’attuale costo della vita, che riconosca l’impegno profuso in questi difficili anni di vacanza contrattuale nei quali le aziende della distribuzione hanno costantemente incrementato i propri utili.

«È inaccettabile – dichiara Mattia Morotti della Filcams Cgil di Imola – che dopo 51 mesi dalla scadenza del primo ed unico contratto di Federdistribuzione, e soprattutto dopo il periodo pandemico nel quale il lavoro delle addette e degli addetti ha permesso a queste aziende di continuare la propria attività guadagnando cifre imponenti, questo sforzo non venga minimamente riconosciuto, ed anzi svilito, con proposte che contengono di fatto un arretramento dal punto di vista dei diritti. Senza contare poi la sostanziale immobilità sulla proposta di aumento salariale, dopo anni in cui i lavoratori si sono visti erodere il loro potere d’acquisto per via di una inflazione a doppia cifra e costi energetici diventati spesso insostenibili. Con lo sciopero di domani le lavoratrici ed i lavoratori faranno capire a questa controparte che i diritti non sono in vendita, che la dignità non è in vendita, che sono loro il motore di questo settore: salario e diritti, subito. Invitiamo tutti a sostenere queste rivendicazioni, astenendosi dal fare la spesa domani nei negozi associati a Federdistribuzione».