Alluvione Emilia-Romagna: emergenza anziani

Lo Spi-Cgil di Imola esprime solidarietà e vicinanza alle migliaia di persone coinvolte dall’alluvione che ha devastato l’Emilia Romagna e causato ingenti danni anche nel circondario imolese. Il nostro cordoglio va ai familiari delle 14 vittime.

La Cgil di Imola ha già messo a disposizione le proprie forze, insieme alle associazioni di volontariato, per affrontare l’emergenza e le conseguenze dell’alluvione. La Cgil regionale ha chiesto di attivare forme di sostegno al reddito per i tanti lavoratori che, oltre a subire ingenti danni materiali, hanno perso e stanno perdendo giornate di lavoro e conseguentemente salario, in una situazione già resa difficile dall’emergenza redditi.

Lo Spi dell’Emilia Romagna, insieme agli altri sindacati pensionati, fa appello alle istituzioni locali affinché sia massima l’attenzione nei confronti degli anziani e delle anziane dei territori colpiti dall’alluvione. In particolare richiamano l’attenzione sulla situazione delle persone più fragili che spesso vivono da sole, che rischiano di trovarsi isolati e in condizioni materiali difficilissime.

Accanto allo sforzo assolutamente encomiabile dei soccorritori è necessario che l’intera popolazione sia sensibilizzata e che si rafforzi il senso di comunità e la solidarietà tra le generazioni che da sempre è stato un punto di forza dei nostri territori. Eventi estremi come questo alluvione fanno emergere in tutta la sua drammaticità la fragilità degli anziani soli.
In questi anni abbiamo in tutti i modi informato sulle problematiche che comporta l’invecchiamento della popolazione. Ancora di più oggi, nell’emergenza, crediamo sia evidente il rischio che corrono i nostri anziani se non si affrontano in modo efficace le criticità sociali e sanitarie.

Lo Spi Cgil da tempo sollecita interventi che garantiscano alle fasce fragili della popolazione una solida rete di protezione in grado di intercettare quegli anziani soli che non sono in grado di richiedere autonomamente i servizi di assistenza, pensando anche a forme diverse di residenzialità coordinate da una regia pubblica.

Non possono continuare ad essere ignorate neppure le criticità ambientali legate al cambiamento climatico. La nostra Regione deve collaborare con le altre Regioni del bacino padano, una delle aree produttive climaticamente più stressate d’Europa, per chiedere al Governo di rilanciare con forza gli obiettivi di Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi. E occorre che la nostra Regione metta rapidamente a terra tutte le risorse del PNRR, molte delle quali già arrivate, per prevenire il dissesto idrogeologico con interventi massivi e strutturali.

«Abbiamo già perso troppo tempo»


Gli eventi drammatici che stanno coinvolgendo decine di migliaia di persone in Romagna e nella provincia di Bologna ci mettono di fronte all’evidenza che il cambiamento climatico non è lo scenario di un futuro ipotetico, ma un processo in atto che avanza con drammatica progressione.
I dati sono quelli di una catastrofe.: 28 fiumi che straripano o rompono gli argini in una sola notte, allagando città e campagne. E poi i morti, oltre 15.000 persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni, 250 frane, l’autostrada e le ferrovie interrotte, oltre 450 strade provinciali e comunali non percorribili, decine di frazioni e comuni isolati. E ancora centinaia di attività produttive danneggiate, migliaia di ettari di campi allagati con perdita dei raccolti di una della agricolture più ricche del Paese. Al personale della protezione civile, dei vigili del fuoco, dell’esercito, delle forze dell’ordine, delle polizie locali, dei consorzi di bonifica, dei volontari impegnati nei soccorsi e nel tentativo di limitare i danni e di ripristinare in fretta condizioni minime di sopravvivenza va garantito non solo il nostro ringraziamento di oggi, ma l’impegno a non perdere più un solo minuto per avviare l’immensa opera necessaria a curare la fragilità del territorio e a dar corso a tutte le azioni indispensabili a evitare che il prossimo evento atmosferico anomalo abbia le stesse conseguenze.
Le catastrofi naturali sono largamente prevedibili. Magari non sappiamo il giorno e l’ora, ma il territorio ci dice dov’è il pericolo e che natura ha. Sappiamo che ciò che prima non era mai successo succederà di nuovo e la scienza ci ha detto da tempo cosa bisogna fare per governare le conseguenze e limitare gli impatti. Abbiamo già perso troppo tempo.

Raffaele Atti
Segretario Generale SPI Cgil Emilia Romagna