Il 16 settembre, con 10 mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale, l’Abi (l’Associazione bancaria italiana) ha disdetto unilateralmente il Contratto Nazionale di Lavoro di Settore, che sarebbe scaduto il 30 giugno 2014 e che da norme vigenti avrebbe potuto essere disdetto a dicembre 2013. La decisione improvvisa e irresponsabile dell’Abi avrà gravi conseguenze per la categoria. L’intenzione delle banche è quella di arrivare a una deregolamentazione del settore, attraverso la cancellazione dell’attuale modello contrattuale e del Fondo di Solidarietà. Contro la disdetta dell’Abi del contratto nazionale i sindacati di categoria risponderanno unitariamente con lo sciopero del 31 ottobre per difendere il contratto e il fondo di sostegno al reddito e all’occupazione. Le Organizzazioni Sindacali di categoria unitariamente, in preparazione dello sciopero, stanno svolgendo le assemblee dei lavoratori nelle diverse banche (Banca di Imola, Banco Popolare, Unicredit e un’assemblea di piazza dove confluiranno le altre banche) affinché lo sciopero abbia la più alta partecipazione.
«In precedenza (21 giugno 2013) l’Abi – afferma Domenico Giagnacovo della Fisac Cgil di Imola – aveva disdettato l’accordo di settore che regolamentava l’agibilità degli RLS. Con questi provvedimenti le banche vogliono calpestare i diritti e la sicurezza sul lavoro dei propri dipendenti».
Pertanto il 31 ottobre è previsto per tutta la giornata lo sciopero dei lavoratori del credito con manifestazione che si terrà a Ravenna davanti alla Cassa di Risparmio di Ravenna (il Presidente di questa Banca, Antonio Patuelli, è anche Presidente dell’Abi).