Sulle tariffe dell’acqua poca trasparenza: l’unica certezza sono gli aumenti

Cgil, Cisl e Uil di Imola e Bologna hanno espresso forte contrarierà al sistema di tariffazione del servizio idrico integrato per l’anno 2012, che, paradossalmente, penalizza l’utilizzo parsimonioso della risorsa idrica…

Si è svolto nel pomeriggio di martedì 20 dicembre presso la sede della Provincia di Bologna l’incontro tra Provincia, ATO (che tra pochi giorni cesserà le sue funzioni) e Cgil, Cisl e Uil di Imola e Bologna con oggetto il sistema di tariffazione del servizio idrico integrato per l’anno 2012.

La Provincia, rappresentata dall’Assessore Burgin, e ATO hanno presentato un piano di aumenti che tocca anche punte del 35% sulle quote fisse dovuto alla necessità, prevista dalla convenzione vigente con il soggetto gestore Hera, di garantire allo stesso gestore la restituzione dei mancati ricavi degli anni precedenti, tramite le tariffe, a prescindere dai metri cubi effettivamente utilizzati. Gli aumenti saranno distribuiti su cinque anni e pertanto nel 2012 in bolletta saranno, in media, dell’8,90%. Aumenti che all’indomani del referendum i Sindaci bloccarono e che domani, 22 dicembre, i Sindaci delibereranno, con quale coerenza ci chiediamo?

Cgil, Cisl e Uil hanno espresso forte contrarietà sulla scelta, in quanto gli accordi in essere tra le parti prevedevano un percorso condiviso di revisione della convenzione in essere e con essa il meccanismo di salvaguardia degli incassi per il gestore. La scelta politica è stata invece quella di perseguire su un meccanismo di tariffazione che, paradossalmente, penalizza l’utilizzo parsimonioso della risorsa idrica.

Inoltre alla luce dell’esito referendario del 12 e 13 giugno 2011 è indispensabile la massima trasparenza sui costi del servizio idrico per evitare di cambiare nome alla remunerazione del capitale, cancellata dal referendum, mantenendola però in essere. Per questo non ci può essere ambiguità sul significato degli oneri finanziari che vengono riconosciuti ad Hera del 5,36% che non può essere un termine diverso per remunerare il capitale. Il servizio idrico non può produrre utili, a meno che non si voglia tradire la volontà popolare espressa con il referendum di giugno.