Ricostruzione post alluvione, le richieste di Cgil Cisl Uil

L’intervento di Cgil Cisl Uil dell’area metropolitana bolognese nell’incontro tenuto dalla Città Metropolitana di in Consiglio Comunale a Imola il 1 agosto, con la Cabina di Regia del Patto per il Lavoro metropolitano, alla presenza del Commissario straordinario alla ricostruzione, Generale Figliuolo, e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

1. Quadro della situazione nel territorio dell’Area metropolitana bolognese

– Situazione meno complessa rispetto a forlivese, cesenate e ravennate per quanto attiene l’impatto sul lavoro e sul sistema economico.

– Viceversa, vi è una fortissima preoccupazione, guardando alla situazione attuale e alla proiezione di medio periodo, per il quadro del dissesto idrogeologico, le frane e la situazione degli argini dei fiumi la viabilità interrotta su importanti arterie, in particolare nella zona appenninica, le infrastrutture e i ponti da ripristinare.

– Oltre alla preoccupazione per ciò che potrà avvenire in autunno, di fronte a possibili nuovi eventi di natura metereologica e climatica, c’è la consapevolezza che un quadro così complesso, se non adeguatamente affrontato, rischia di produrre un arretramento sociale ed economico soprattutto della montagna, vanificando gli sforzi sin qui fatti, dalle istituzioni insieme alle parti sociali, per dare una prospettiva di sviluppo per territori strutturalmente fragili, improntando questa prospettiva alla sostenibilità ambientale e sociale.

– Una ulteriore preoccupazione deriva dalle importanti risorse impegnate nella fase dell’emergenza dagli Enti Locali, con debiti fuori bilancio. Risorse che in nessun modo debbono comportare la riduzione di quanto è necessario continuare ad investire su sanità, welfare e sugli investimenti pubblici, anche tenuto conto della importante programmazione che era stata condivisa con le parti sociali, ad esempio per quanto attiene la transizione ecologica e la prevenzione del dissesto idrogeologico, che prescindevano dalla condizione attuale determinata dall’emergenza alluvione/frane del maggio scorso.

– Siamo di fronte al rischio di un nuovo spopolamento della montagna e di un nuovo arretramento della sviluppo economico e sociale di questa fondamentale fetta di territorio della nostra provincia, qualora non si intervenga con tempestività, una chiara visione programmatoria e un’adeguata dotazione di risorse da parte della Stato.

– Con l’alluvione del maggio scorso i danni subiti da diverse famiglie, alle loro abitazioni e ai loro beni, alle imprese e di consenguenza ai lavoratori/trici, sono importanti. Per noi rimane un punto imprescindibile il loro ristoro nella misura del 100% dei danni subiti.

2. Con la “Dichiarazione comune” definita tra i soggetti che compongono il Patto per il Lavoro e per il Clima, all’indomani degli eventi catastrofici di maggio, abbiamo inteso ribadire un modello, che è un modello di partecipazione e di coinvolgimento delle parti sociali, oltre che di cooperazione inter istituzionale. Modello che in questa regione ha prodotto risultati molto importanti, sia nel definire le caratteristiche dello sviluppo economico e sociale, sia nell’affrontare le diverse emergenze che si sono determinate in questi anni, a partire da quella del terremoto del 2012 (ma non dobbiamo dimenticare, da ultimo, la gestione della pandemia). Lo stesso vale per il Patto Metropolitano per il Lavoro e lo Sviluppo Sostenibile, siglato tra i soggetti oggi convocati.

Abbiamo proposto a livello regionale di aggiornare quella dichiarazione congiunta, anche alla luce dell’impianto definito con i provvedimenti votati dal Parlamento, con l’obiettivo di definire un nuovo posizionamento strategico relativamente alle operatività da attivare, partendo dalla consapevolezza che i tre momenti di ripresa dal disastro ambientale e sociale che ha investito il nostro territorio – uscita dall’emergenza, ricostruzione e ripensamento del modello di sviluppo – devono essere considerati nella loro interazione e gestiti come una unica e composita fase.

Il coinvolgimento sul piano regionale della Gestione Commissariale all’interno di questo virtuoso modello di relazioni è, a nostro giudizio, essenziale.

3. Le proposte avanzate da CGIL-CISL-UIL dell’Emilia Romagna.

Anche per questo abbiamo messo al primo punto delle proposte avanzate unitariamente da Cgil-Cisl-Uil sull’Emilia Romagna il tema della “governance”, attraverso la definizione di un modello di gestione commissariale che preveda il coinvolgimento nella cabina di regia anche del tavolo del Patto per il Lavoro e per il Clima.

In quel documento abbiamo ribadito alcuni altri punti essenziali:

  • la necessità di sottoscrivere un Protocollo per la legalità e la qualità del lavoro nella ricostruzione, sul modello del terremoto 2012;
  • la definizione del Piano per una ricostruzione giusta e sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale, con particolare attenzione al territorio appenninico e al settore primario (utilizzo avventizi nella ricostruzione, mantenimento piani colturali, ecc.);
  • l’adeguato dimensionamento e rafforzamento degli organici degli enti pubblici e di tutte le pubbliche amministrazioni interessate dalla ricostruzione, valorizzando le professionalità del personale;
  • lo stanziamento di tutte le risorse necessarie per garantire l’avvio e la prosecuzione della ricostruzione, la messa in sicurezza e la manutenzione del territorio, ivi compresa la rete scolastica, prevedendo anche un piano per rispondere all’emergenza abitativa;
  • lo stanziamento delle risorse necessarie e rapida messa a terra delle stesse per assicurare il risarcimento al 100% dei danni subiti, diretti e indiretti, sia dalle famiglie che dalle imprese.

4. Infine una valutazione sui D.L. 61/03 e 88/03, convertiti in legge dal Parlamento

Gli obiettivi e i punti sopra richiamati non trovano adeguate risposte e riscontri nel provvedimento legislativo varato dal Parlamento in sede di conversione dei D.L. 61/03 e 88/03, a partire dalla inadeguatezza delle risorse stanziate ai fini dei necessari risarcimenti e per ciò che attiene gli importanti investimenti da attuare nella ricostruzione. Su questo ci attendiamo una rapida integrazionedel provvedimento legislativo votato.

Così come è assolutamente necessario recuperare la mancata revisione dell’elenco dei Comuni, zone o frazioni incluse nell’elenco dei territori dove famiglie, imprese e strutture pubbliche hanno subito danni dall’alluvione.

Nel contempo, riteniamo necessario ribadire l’importanza di prevedere una governance del processo di ricostruzione che consenta un adeguato e diretto coinvolgimento delle parti sociali, a fianco delle istituzioni locali dei vari territori interessati.

Imola, 1° agosto 2023