Mobilitazione unitaria per chiedere modifiche alla legge di bilancio

Oltre 130 assemblee sono in programma e si stanno svolgendo nei luoghi di lavoro del territorio per informare le lavoratrici e i lavoratori delle ragioni della mobilitazione unitaria, proclamata da Cgil, Cisl e Uil.
L’obiettivo è migliorare i contenuti della bozza della legge di bilancio che non dà risposte sufficienti per contrastare le diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese.
I sindacati chiedono al Governo di apportare sostanziali modifiche su diversi punti:
PENSIONI
L’attuale sistema pensionistico va cambiato perché è profondamente iniquo, sia per l’accesso che per il calcolo della pensione.
E’ necessario introdurre una pensione di garanzia per i giovani e misure a favore del lavoro di cura e delle donne, oltre a garantire un accesso flessibile alla pensione.
Le attività considerate gravose vanno estese ai lavoratori precoci e devono essere inserite anche altre specifiche mansioni e il lavoro notturno.
Chiediamo di ridurre a 30 gli anni per poter accedere all’Ape sociale per alcune attività, come gli edili, 5 anni di contributi in meno per accedere all’Ape da parte delle donne, e di prevederne l’accesso a tutti i disoccupati di lunga durata, ai lavoratori “fragili” o con delle malattie professionali. L’insieme di questi interventi determina l’esigenza di incrementare le risorse previste per le pensioni nella proposta di Legge di Bilancio.
FISCO
Sul versante fiscale abbiamo ribadito la contrarietà a interventi di riduzione o cancellazione dell’Irap e la necessità che le risorse definite in legge di bilancio vadano tutte nella direzione di ridurre la pressione fiscale a carico di lavoratori e pensionati, con un intervento che agisca sui redditi medio-bassi, inclusi gli incapienti. Occorre ricordare che da questo punto di vista, il disegno di legge di bilancio prevede numerosi interventi a vantaggio del sistema delle imprese, per un totale di oltre 10 miliardi.
LAVORO e SVILUPPO
Due questioni sono centrali in questa fase:
il contrasto alla precarietà nel lavoro, le politiche industriali e le risposte alle crisi aziendali, anche in relazione alla fase di transizione del nostro paese.
Il primo tema, che ha effetti anche sul versante previdenziale e salariale e che riguarda in modo particolare i giovani, riteniamo che possa e debba essere affrontato a partire da un segnale chiaro sul versante della riduzione, disincentivazione e controllo delle forme più precarie di rapporto di lavoro (ad esempio il lavoro a chiamata e, per quanto riguarda i rapporti non subordinati, i tirocini extracurriculari, le collaborazioni occasionali) e attraverso l’introduzione di un nuovo contratto a contenuto formativo.
Proprio sul tema giovani abbiamo rappresentato sia l’insufficienza delle risorse in legge di bilancio che la necessità di mettere in campo una serie di misure, dal mercato del lavoro a misure fiscali e previdenziali, che diano risposte concrete alle nuove generazioni.
In secondo luogo, abbiamo chiesto sia una maggiore selettività degli interventi finanziari a favore delle imprese che una profonda revisione degli strumenti a sostegno della riconversione dei settori industriali e delle crisi aziendali, tema centrale sia per ridefinire nuove politiche industriali che per finalizzare le risorse del PNRR.
In prima battuta abbiamo proposto che la pluralità di fondi (Fondo per l’industria, Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa, etc.) siano razionalizzati in un unico strumento che abbia la missione di rafforzare il ruolo di intervento dello Stato sia sul versante delle crisi aziendali che sulle filiere strategiche.
L’auspicio è che su tutti questi temi si apra un confronto di merito con l’obiettivo di arrivare non solo alla modifica della legge di bilancio, ma ad una vera e propria riforma del sistema previdenziale e di quello fiscale.
Siamo consapevoli che gli esiti di questi confronti non sono né scontati, né semplici per il quadro delle risorse e per le dinamiche politiche in atto. Per questa ragione, riteniamo importante e fondamentale proseguire con le assemblee nei luoghi di lavoro e mantenere tutte le iniziative di mobilitazione messe in campo per dare forza alle nostre rivendicazioni.
Mercoledì 1 dicembre, alle ore 10, in piazza Maggiore a Bologna si terrà una manifestazione regionale unitaria.