E’ il tuo turno vota 5 sì

Papaveri Imola ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per informare la cittadinanza della data del referendum dell’8 e del 9 giugno.

 «È il tuo turno! Vota 5 SÌ vota per un lavoro tutelato, dignitoso, stabile, sicuro e per una cittadinanza giusta!»

Il referendum abrogativo dell’8 e del 9 giugno 2025 rappresenta una grande occasione di giustizia e civiltà. Gli elettori avranno la possibilità di cambiare subito e sensibilmente la vita quotidiana di milioni di lavoratori e lavoratrici, insieme a quella di altri 2 milioni e mezzo di persone, perché il quesito sulla cittadinanza conferisce un valore inedito a questo appuntamento elettorale, ponendo nelle mani di chi è già italiano la sorte di chi ancora, per legge, non lo risulta e dunque non può esprimersi.

Nonostante la rilevanza dei temi referendari nella vita di moltissimi italiani, per legge o di fatto, del referendum non se ne parla o, se se ne parla, lo si fa poco e male. La copertura mediatica dell’appuntamento elettorale rasenta lo zero: in televisione qualche servizio o intervista sporadici, i media tradizionali, nell’ipotesi più fiduciosa, sono troppo impegnati a coprire i tormentoni dell’ultimo momento, nelle scuole e nelle sedi di lavoro tutto tace se non per l’impegno di associazioni, dei partiti di opposizione e della CGIL, sindacato promotore dei 4 quesiti sul lavoro e unico tra i confederali impegnato attivamente nella diffusione e nell’organizzazione di assemblee e iniziative, insieme all’Anpi e al Comitato per la cittadinanza. Insomma, in un tempo in cui l’elettorato è disaffezionato alla politica e l’astensione continua a crescere, questo quadro ci restituisce un bilancio allarmante sulla vitalità della democrazia dato che l’informazione non fa il suo mestiere e lascia ai singoli e ai corpi intermedi, sui social o negli spazi fisici, l’onere di informare gli elettori.

Papaveri, il gruppo di giovani che ha organizzato anche quest’anno il pomeriggio del 25 aprile in piazza, con la collaborazione tecnica dello studio grafico Polinomio e grazie al lavoro di Giacomo ed Emilio Dalpane e Giulia Pasquali, ha costruito una campagna di sensibilizzazione per informare la cittadinanza dell’appuntamento e illustrare le ragioni del sì. Da pochi giorni sono comparse in città alcune affissioni che invitano a riflettere sull’importanza di ogni singolo voto: essendo un referendum abrogativo, infatti, il quorum strutturale richiede che si rechino alle urne almeno il 50%+1 degli aventi diritto al voto affinché l’esito sia valido.

Per questo agli imolesi diciamo che al Referendum dell’8 e 9 giugno «È il tuo turno!». Sul manifesto campeggiano 5 carte, una per ogni quesito, il cui tema è rappresentato da un’icona posizionata al posto dei classici semi: lavoro tutelato, lavoro dignitoso, lavoro stabile, lavoro sicuro, cittadinanza giusta.

Sulla prima carta, visibile interamente sopra le altre, vi è la rappresentazione di una figura, specchiata come nelle carte da poker. Al posto della regina vi è una donna velata, che immaginiamo sia nata e cresciuta in Italia, abbia svolto qui i suoi studi, oppure vi lavori da oltre 5 anni, abbia un affitto, conosca i suoi vicini e mandi i figli alla scuola del quartiere. Tiene in mano la bandiera italiana e una matita, con la quale auspichiamo potrà firmare la sua domanda per la cittadinanza dopo un lustro.

Specchiata in maniera quasi perfetta, un’altra donna, lavoratrice, con un caschetto a rappresentare il diritto a un lavoro sicuro: tiene in mano classici strumenti di lavoro, dalla penna a rappresentare tutte le mansioni impiegatizie, alla chiave inglese, simbolo tra i più riconoscibili per i lavori pesanti. La condizione di questa donna, per noi, rappresenta a pieno titolo e trasmettere con efficacia le oppressioni e le discriminazioni che con questo referendum potranno essere contrastate.

Votando sì sarà infatti possibile ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale e continuativa in Italia per poter chiedere la cittadinanza: restano invariati gli altri requisiti di una procedura che, in media, allunga almeno di un altro paio d’anni l’iter solo per la parte burocratica.

Riguardo al mondo del lavoro, con i primi due quesiti potranno essere migliorate le condizioni di chi viene ingiustamente licenziato: nelle aziende con oltre 15 dipendente sarà di nuovo sul piatto la possibilità di una reintegra e quindi di riottenere il proprio posto di lavoro ingiustamente perso; nelle aziende con meno di 16 dipendenti, invece, non vi sarà più il tetto massimo al risarcimento di 6 mensilità perché sarà il giudice a decretarne l’importo. Anche il terzo quesito tocca trasversalmente tutti i lavoratori e le lavoratrici dipendenti, in quanto mira a ristabilire l’obbligatorietà della causale nei contratti a tempo determinato. Oggi, infatti, le aziende possono assumere a tempo determinato fino a un anno senza giustificarne il motivo. Questo non riguarda solo le giovani generazioni che si affacciano per la prima volta sul mercato del lavoro ricevendo in offerta solo contratti a termine, mortificando o vanificando il percorso di studi intrapreso. Spesso, anche chi si avvia alla fine della carriera ed è rimasto senza lavoro a causa di una crisi o una delocalizzazione fatica a essere riassunto altrove, e quando trova una nuova azienda deve ripartire con la “gavetta” a termine. Stessa sorte tocca alla gran parte delle persone che ambiscono a un miglioramento lavorativo che consiste quasi sempre in un salto nel vuoto, dovendo rinunciare al tempo indeterminato per ripartire con contratti e proroghe da uno, sei, dodici mesi “di prova”. Infine, sulla sicurezza dei lavoratori, il quarto quesito renderà responsabili in solido le aziende appaltanti in caso di infortuni.

Per tutte queste ragioni riteniamo fondamentale recarsi alle urne e votare sì ai 5 quesiti referendari.

Oltre alle affissioni, abbiamo lanciato la campagna anche sui social e distribuiremo inoltre del materiale informativo e promozionale nei prossimi appuntamenti locali organizzati per approfondire le ragioni del Sì, tra cui dei segnalibri a forma di carta da gioco – la stessa rappresentata nel manifesto – e delle tote bag serigrafate a mani con una illustrazione della campagna di comunicazione. Intendiamo, nel nostro piccolo, informare la cittadinanza imolese. È un appuntamento elettorale troppo importante per lasciarlo in mano agli indifferenti.