Fiom Cgil: «I lavoratori non sono pedine
e non giochiamo a dama»
E’ arrivata il 12 febbraio, come una doccia gelata, la comunicazione dell’avvio di una procedura di 39 licenziamenti collettivi per altrettanti lavoratori della Borgwarner Morse System Italy con sede produttiva ad Arcore (MB), ma con una sede distaccata anche ad Imola. Coinvolti dalla procedura i 27 tecnici e ingegneri impiegati negli uffici e laboratori di ricerca e sviluppo siti in via Lasie.
Borgwarner Arcore produce catene di distribuzione per autoveicoli e nell’aprile del 2024 ha incorporato, attraverso una scissione di ramo d’azienda da Borgwarner System Lugo, 34 dipendenti da destinare all’attività di ricerca e sviluppo delle colonnine di ricarica per le auto elettriche e controllers e inverters per i carica batteria.
Attività che avrebbero dovuto permettere di sviluppare e lanciare il prodotto sul mercato ma che, dopo una serie di investimenti e di progetti avviati, si sono rivelate, a detta della multinazionale, strade non più perseguibili a causa di una forte contrazione del mercato.
La Fiom di Imola, insieme alle organizzazioni di Monza Brianza e alla RSU dello stabilimento di Arcore, ha immediatamente avviato un esame congiunto con la direzione aziendale per capire il motivo di questa scelta e di conseguenza richiesto sin da subito il ritiro della procedura e l’apertura di un confronto per salvaguardare i livelli occupazionali.
Dopo un paio di incontri l’azienda ha avanzato anche proposte di incentivazione all’esodo, che sono state ritenute insufficienti dalle lavoratrici e dai lavoratori, oltre ad aver dato risposte a tratti poco chiare sulla ricollocazione interna e che ad oggi non coprirebbero tutte le figure interessate.
«I lavoratori non sono pedine che entrano ed escono dal tavolo di gioco – dichiara Marco Valentini, segretario generale della Fiom di Imola -. Da subito abbiamo espresso forte contrarietà sull’avvio della procedura dei licenziamenti collettivi, richiedendone il ritiro, e avanzato perplessità su l’intera operazione che si è avviata con la scissione del ramo d’azienda dell’aprile 2024 dalla sede di Lugo a quella di Arcore. Non capiamo come in 5 mesi il prodotto non sia più competitivo e se fosse necessario impegnare tecnici e ingegneri che hanno ridisegnato le loro vite, credendo e fidandosi del progetto aziendale. Qui, chi non ci crede più è l’azienda, ma a pagare sono i lavoratori e le lavoratrici. A questo punto riteniamo necessario ricorrere ai tavoli istituzionali nel caso in cui, in questi giorni, non si trovasse una soluzione utile e dignitosa per i lavoratori».
Le 27 persone interessate dalla procedura di licenziamento sono in contatto costante con la Fiom di Imola a cui hanno dato il chiaro mandato di proseguire la vertenza. Domani pomeriggio, 19 marzo, è previsto un nuovo incontro in Brianza. La Fiom di Imola si riserva di mettere in campo tutte le iniziative insieme ai lavoratori e alle lavoratrici, al fine di trovare le soluzioni adeguate, a partire da un blocco delle attività in sciopero, con un presidio dei lavoratori ai cancelli della sede di Imola, che avverrà domani in concomitanza con l’incontro con la direzione aziendale.
Fiom Cgil Imola
Marco Valentini