Contratto separato metalmeccanici, per la Fiom è illegittimo

Per la Fiom-Cgil, che ha scioperato e manifestato il 6 dicembre, l’accordo separato siglato nei giorni scorsi da Fim, Uilm e Federmeccanica per il contratto dei metalmeccanici cancella il ruolo del Ccnl, estende il modello Fiat a tutte le aziende metalmeccaniche e rappresenta il primo frutto avvelenato dell’accordo separato sulla produttività voluto dal governo Monti e firmato senza la Cgil…

Per la Fiom-Cgil, che ha scioperato e manifestato il 6 dicembre, l’accordo separato siglato nei giorni scorsi da Fim, Uilm e Federmeccanica per il contratto dei metalmeccanici cancella il ruolo del Ccnl, estende il modello Fiat a tutte le aziende metalmeccaniche e rappresenta il primo frutto avvelenato dell’accordo separato sulla produttività voluto dal governo Monti e firmato senza la Cgil.

«Si tratta di un’intesa che recepisce la piattaforma presentata da Federmeccanica e pertanto i vantaggi sono solo per le imprese – afferma Stefano Pedini, segretario generale della Fiom imolese -. I lavoratori, al contrario, perdono i loro diritti. Nell’accordo si sancisce, infatti, l’aumento dell’orario di lavoro, attraverso il raddoppio dello straordinario obbligatorio e l’aumento delle ore di flessibilità. Viene cancellato il ruolo contrattuale delle Rsu in materia di orario, che sarà gestito in maniera unilaterale dalle aziende. Le lavoratrici e i lavoratori non avranno più la garanzia del pagamento dei primi tre giorni di malattia, così come vedranno svanire l’obbligo dell’automatismo nella progressione dei passaggi di livello più bassi. Gli aumenti previsti, 130 euro lordi per il quinto livello (in tre rate, l’ultima nel 2015) non tutelano il potere d’acquisto dei salari, e per di più l’erogazione e le quantità dichiarate non sono garantite nel triennio di vigenza contrattuale».

L’accordo è stato raggiunto dopo tre mesi di trattativa da cui la Fiom, il sindacato più rappresentativo dei metalmeccanici, è stato escluso, così come lo sono stati i lavoratori e le lavoratrici. Fim e Uilm, infatti, non intendono sottoporre l’accordo separato al referendum tra i lavoratori della categoria.

“Si parla tanto di democrazia e rappresentanza ma nelle fabbriche non ci sono – sostiene Pedini –. Per questo chiediamo una legge sulla rappresentanza per dare ai lavoratori e alle lavoratrici il diritto di scegliere i propri rappresentati e di votare gli accordi che li riguardano. La Fiom considera questo accordo illegittimo e farà il possibile affinché non venga applicato nelle fabbriche e lotterà per conquistarne uno che non cancelli i diritti conquistati grazie alle battaglie di chi ci ha preceduto».