“Prima i diritti uguali per tutti”, la Cgil in campo

Questa mattina la Cgil di Imola ha organizzato un banchetto informativo in centro, per spiegare ai cittadini la necessità di garantire i diritti fondamentali ovunque, a prescindere dal territorio in cui si vive: la salute, il lavoro, l’istruzione, la mobilità e la tutela dell’ambiente non possono essere considerati privilegi, non possono variare da regione a regione…

“Prima i diritti uguali per tutti”: queste le parole d’ordine della campagna di mobilitazione e informazione lanciata dalla Cgil per dire NO al progetto di autonomia differenziata portato avanti dal Governo.

Quattro giorni di iniziative, dal 21 al 24 maggio, in tutta Italia per rilanciare la battaglia del sindacato a favore del superamento delle disuguaglianze e per l’esigibilità dei diritti fondamentali in tutti i territori.

Questa mattina la Cgil di Imola ha organizzato un banchetto informativo in centro, per spiegare ai cittadini la necessità di garantire i diritti fondamentali ovunque, a prescindere dal territorio in cui si vive: la salute, il lavoro, l’istruzione, la mobilità e la tutela dell’ambiente non possono essere considerati privilegi, non possono variare da regione a regione.

Sono state anche raccolte le firme a sostegno dell’appello contro la regionalizzazione del sistema di istruzione promosso dai sindacati scuola e dal mondo dell’associazionismo, che esprimono il loro più netto dissenso riguardo la richiesta di ulteriori e particolari forme di autonomia in materia di istruzione avanzata dalle Regioni Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, a cui sono seguite quelle di altre regioni. L’obiettivo è quello di regionalizzare la scuola e l’intero sistema formativo tramite una vera e propria “secessione” delle Regioni più ricche, che porterà a un sistema scolastico con investimenti e qualità legati alla ricchezza del territorio.

L’autonomia delle Regioni promossa dal Governo romperà il vincolo di solidarietà del Paese, accrescerà le disuguaglianze già esistenti e consentirà di ignorare norme di principio e di tutela nazionali.

Non siamo contrari al decentramento, alla valorizzazione della prossimità territoriale e alla responsabilizzazione degli amministratori locali, ma non ci può essere un Paese con cittadini di serie A e di serie B, in cui non siano riconosciuti ovunque i diritti sanciti dalla Costituzione.

Ribadiamo la necessità di definire i livelli essenziali delle prestazione (LEP) e le leggi di principio per sancire diritti e norme di tutela nazionali indisponibili, e di realizzare un sistema di perequazione con fondi nazionali che rispetti il principio di solidarietà, al fine di assicurare a tutti i territori servizi pubblici e risorse necessarie a garantire l’esigibilità dei diritti.

Il governo vuole riconoscere maggiore autonomia ad alcune regioni, noi vogliamo che siano ridotte le disuguaglianze e garantiti diritti a tutti.

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