Lettera di Cgil Cisl Uil al Commissario straordinario del Comune di Imola sui criteri per i buoni spesa

Le organizzazioni sindacali contestano alcuni dei criteri adottati che possono discriminare le persone proprio su un bisogno fondamentale come quello della sussistenza alimentare…

Alla c. a. del Commissario Straordinario
del Comune di Imola

OGGETTO: criteri di accesso ai contributi per buoni spesa per generi alimentari e di prima necessità- Ordinanza della Protezione Civile n. 658 del 29/03/2020

Le scriventi Organizzazioni Sindacali vogliono esprimere il proprio disappunto rispetto alla scelta del Comune di Imola di disciplinare i criteri necessari per l’individuazione e l’erogazione del sostegno economico previsto dall’Ordinanza in oggetto, senza tenere in considerazione il punto di vista di chi conosce il territorio e le esigenze dei cittadini.

Abbiamo chiesto di condividere i criteri a livello circondariale ma purtroppo anche questa volta ogni sindaco ha deciso a modo suo, facendo quindi risaltare le differenze tra cittadini di un Comune rispetto all’altro.

In questo modo un nucleo familiare di 5 persone di Imola percepisce 350 euro mentre in altri comuni del circondario lo stesso nucleo di 5 persone ne percepisce 600. Non è mai stato questo lo spirito del Circondario Imolese.

Vorremmo inoltre farle notare che l’Ordinanza n. 658 art.2: “Riparto delle risorse per solidarietà alimentare) al comme 6 prevede: l’Ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune individua la platea dei beneficiari ed il relativo contributo tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non assegnatari di sostegno pubblico.”

Ci trova contrari la scelta di escludere chi possiede un sostegno pubblico, poichè talvolta è talmente esiguo tale reddito che le famiglie si ritrovano in una povertà assoluta. Le chiediamo che vengano tenute in considerazione le entrate effettive nel nucleo familiare; è inoltre necessario alzare la soglia massima di liquidità a 5.000 euro per nuclei con 3 componenti.
Riteniamo inoltre indispensabile mettere in sicurezza le persone che in questo momento sono in attesa di un percorso di regolarizzazione nel nostro territorio, sprovvisti in questo momento dei requisiti necessari per accedere ai servizi del nostro territorio.

Troviamo necessario che siano ricompresi nei bandi anche le persone/famiglie con il solo domicilio nel Comune perché le restrizioni previste nelle Ordinanze e DPCM non consentono lo spostamento in altri Comuni e/o Regioni.

Riteniamo impraticabile che queste persone possano fare domanda presso il loro Comune di residenza soprattutto se le residenze si trovano in altre provincie o regioni e poter beneficiare del provvedimento che, vogliamo ricordare, è nazionale.

Consideriamo che tali scelte possano discriminare gli individui proprio su un bisogno fondamentale come quello della sussistenza alimentare (quindi mette in discussione la sopravvivenza umana), che contrasta profondamente con lo spirito della stessa Ordinanza.
Chiediamo quindi che vengano rivisti i criteri e che venga data una risposta tangibile alle persone in difficoltà.

Si rimane in attesa di una celere risposta, distinti saluti.

Mirella Collina – CGIL
Danilo Francesconi – CISL
Giuseppe Rago – UIL