Dichiarazione di Luigi Giove, segretario generale Cgil ER, su vendita azioni Hera Comune di Bologna

“siamo preoccupati, e agiremo di conseguenza, per le decisioni del comune di Bologna, per quella che si appresterebbe ad assumere Imola, per il dibattito (solo giornalistico?) di Ravenna. Se queste ed altre operazioni simili dovessero concretizzarsi cambierebbe la natura di Hera, e cioè della più importante azienda a controllo pubblico della regione, quale soggetto di politiche industriali e di sviluppo di questa regione. La posizione della Cgil: contrarietà alla vendita di azioni, necessità di mantenere e rafforzare l’integrazione dei servizi a rete, la difesa del patrimonio industriale, la strategicità della multiutility per le politiche di sviluppo e di attrattività della nostra regione…

«Apprendo dalle agenzie di stampa di dichiarazioni del sindaco di Bologna Virginio Merola in proposito al presidio e alla contestazione in consiglio comunale, convocato per deliberare sulla vendita delle azioni Hera. È opportuno precisare, a questo punto, che il presidio non era organizzato dalla Cgil Emilia Romagna; lunedì scorso erano presenti lavoratori e delegati di Hera e le categorie sindacali che li rappresentano. Pare quindi inopportuno il riferimento alla Cgil regionale, proprio perché la contestazione è di lavoratrici e lavoratori giustamente preoccupati per il futuro della propria azienda e per il proprio posto di lavoro. Quindi il sindaco dovrebbe cambiare informatori, le notizie a fondamento della proprie dichiarazioni sono evidentemente sbagliate. Non voglio con ciò lasciare adito a dubbi: è fuori discussione che la Cgil Emilia Romagna sta con le lavoratrici ed i lavoratori, le delegate e i delegati Hera. Senza il loro contributo in questi anni non avremmo potuto arginare la vendita di azioni della multiutility, non avremmo un protocollo di relazioni industriali così evoluto, non avremmo neppure un protocollo appalti che consente di garantire diritti e tutele a quelle migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano nelle attività affidate a terzi. Queste maestranze e la loro professionalità garantiscono servizi di qualità ai cittadini emiliano romagnoli, la Cgil Emilia Romagna sta dalla loro parte, senza se e senza ma.

La Cgil Emilia Romagna non interviene sulle singole questioni territoriali, pertanto il sindaco di Bologna continuerà ad interloquire con chi nel territorio ne ha la titolarità, ma questo sarebbe perfino superfluo doverlo dichiarare, anche se ciò non vuol dire non avere un pensiero ed un giudizio. Certo siamo preoccupati, e agiremo di conseguenza, per le decisioni del comune di Bologna, per quella che si appresterebbe ad assumere Imola, per il dibattito (solo giornalistico?) di Ravenna. Se queste ed altre operazioni simili dovessero concretizzarsi cambierebbe la natura di Hera, e cioè della più importante azienda a controllo pubblico della regione, quale soggetto di politiche industriali e di sviluppo di questa regione. Inoltre, se la strada diventasse da un lato il disimpegno, dall’altro la riedizione di tante piccole aziende municipalizzate che gestiscono i servizi in house, si metterebbe in discussione il modello di questa regione che noi invece vorremmo tenerci ben stretto. D’altro canto questo modello è unico in Italia, basterebbe guardare altrove per capire abbastanza facilmente quali prospettive e quali scenari si aprirebbero.

Questa posizione (la contrarietà alla vendita di azioni, la necessità di mantenere e rafforzare l’integrazione dei servizi a rete, la difesa del patrimonio industriale, la strategicità della multiutility per le politiche di sviluppo e di attrattività della nostra regione) è patrimonio della nostra organizzazione da anni e non cambia da un giorno all’altro. Saremo un po’ all’antica, ma perché questa impostazione cambi sarebbe necessario un dibattito interno ai nostri gruppi dirigenti che porti altrove la nostra impostazione. Semplicemente mi pare che il tema non si ponga, questa impostazione è destinata ad essere confermata e riguarda Hera, Iren e le società partecipate per le quali abbiamo stipulato accordi in questi anni. Accordi che ne hanno confermato il controllo pubblico e il ruolo strategico, garantendo i lavoratori e più in generale l’occupazione. A cosa servirebbe il sindacato se non facesse questo?

Infine, anche noi siamo preoccupati per la prossima legge di bilancio che il Governo si appresta a varare, per le sue ricadute sulle fasce deboli della società. Qualora dovesse essere in continuità con i precedenti, continuando a ridurre gli spazi di manovra per gli enti locali e aumentando (come purtroppo è avvenuto in questi anni) il solco tra ricchi e poveri, tra inclusi ed esclusi, la Cgil regionale sarà in prima fila per contrastarla. In quel caso, che auspichiamo non si verifichi, ci aspettiamo di avere accanto anche gli amministratori locali. Ovvio che noi ci battiamo e ci batteremo per cambiare lo stato della cose, non certo per adeguarcisi o per assecondarlo».

Luigi Giove

segretario generale Cgil Emilia Romagna