Sciopero Fillea di 8 ore lunedì 12 dicembre

La Fillea-Cgil ha proclamato per lunedì 12 dicembre 8 ore di sciopero contro la manovra del Governo. I lavoratori sono chiamati a manifestare in piazza Gramsci a Imola dalle 9 alle 11…

La Fillea-Cgil ha proclamato per lunedì 12 dicembre 8 ore di sciopero contro la manovra del Governo. I lavoratori sono chiamati a manifestare in piazza Gramsci a Imola dalle 9 alle 11.

“Una manovra insostenibile ed incoerente con le promesse di equità, rigore e crescita. Per gli operai edili, poi, siamo di fronte all’accanimento terapeutico – dichiara Walter Schiavella, segretario generale della FILLEA CGIL -. Insopportabile l’innalzamento dei limiti per l’accesso alle pensioni di anzianità per un settore segnato da grande discontinuità lavorativa e conseguente riduzione dei montanti di calcolo delle pensioni, oltre che da una evidente gravosità del lavoro che rende complesso immaginare permanenze al lavoro, per quanto volontarie, fino a 67 anni. Insomma, qui si rischia di mandare i lavoratori sulle impalcature con la badante!”

Dure le critiche degli edili CGIL anche agli altri aspetti della manovra, a partire dall’assenza di “una imposizione patrimoniale strutturale e dalla scelta di gravare esclusivamente sul bene casa, che rischia di avere effetti depressivi sia su un mercato immobiliare già stremato che su quello degli affitti. Oltre ad una maggiore progressività dell’imposta sarebbe stato necessario un suo utilizzo diretto a vantaggio degli enti locali, anche ai fini di quell’allentamento del patto di stabilità necessario per avviare opere indispensabili a rilanciare il settore attraverso interventi di riqualificazione e messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio”.

Sul versante delle politiche industriali, sicuramente si fa un passo in avanti rispetto alla situazione preesistente ma “non si rendono strutturali gli interventi di incentivazione del risparmio energetico e, soprattutto, appare insufficiente il nesso fra politiche di incentivazione e contrasto del lavoro nero, dell’illegalità e dell’evasione fiscale. In un settore così segnato da questi fenomeni è impensabile erogare qualsiasi risorsa pubblica se non legata in maniera inscindibile a procedure certe di verifica della qualità e regolarità del lavoro e dell’impresa”.

Su questo tema la FILLEA CGIL aveva già suggerito possibili procedure a costo zero “il Durc per congruità nei lavori privati e la qualificazione delle imprese edili” su cui Schiavella ricorda che esistono già avvisi comuni sottoscritti da tutte le Parti sociali “che darebbero gettito notevole dal recupero di imponibile contributivo, IRPEF, IVA”.

Anche la scelta di fermarsi a 1.000 euro per la tracciabilità appare al numero uno FILLEA “poco coraggiosa. Le paghe settimanali in cantiere sono di molto inferiori a quella cifra, e quindi se si vuole colpire di più l’evasione e l’elusione occorre scendere a 300 euro. Come mai si usano misure a maglie strette su salari e pensioni guardando alla platea più ampia, quella cioè dei dipendenti, e per colpire chi evade ed elude si applica una misura a maglie larghe?” domanda Schiavella.

Dunque complessivamente debole “l’impianto di contrasto all’evasione fiscale e all’illegalità, che nel nostro settore rappresenta una vera emergenza, a causa dell’espansione di economie illegali e criminali, che vuol dire anche soldi sporchi da ripulire”.

Sul piano delle grandi opere e le deliberazioni del Cipe di ieri perplessità della FILLEA sulla “penalizzazione del Mezzogiorno, che al contrario dovrebbe essere il motore di un piano per recuperare il gap infrastrutturale che punti ai grandi corridoi europei” e giudizio positivo sulla volontà manifestata dal governo “qui vediamo un primo segnale tangibile di discontinuità con il precedente esecutivo. Restano le stesse risorse ma, anche in virtù di alcune utili norme in materia di semplificazione e velocizzazione delle procedure, possono essere finalmente spendibili. Adesso, però, è necessario che il Governo trasformi gli impegni in atti decisionali da inviare alla Corte dei Conti per la registrazione e asseverazione” atti indispensabili per far partire i cantieri “in mancanza dei quali tutto l’impianto si ridurrebbe all’ennesimo castello di carta”.

Alla FILLEA hanno già fatto i conti sulle ricadute occupazionali della delibera assunta ieri dal Cipe “ 5,5 miliardi potrebbero occupare nei prossimi tre anni solo nei cantieri 4.350 unità lavorative” annuncia Schiavella.