Ortignola, collaboratori in volantinaggio davanti a Comune e piscina sabato 23 febbraio

Nessuna soluzione è stata ancora trovata da Sport Up, la società che gestisce l’impianto Ortignola per gli oltre 100 collaboratori della struttura, ai quali ormai due mesi fa è stato comunicato che non avrebbero ricevuto il compenso di novembre.

Lo scorso 14 dicembre, infatti, la presidente di Sport Up, Paola Lanzon, ha informato le lavoratrici e i lavoratori dello stato di crisi in cui verte la società, per varie ragioni non riconducibili esclusivamente alla gestione, e chiesto loro uno sforzo che prevede una decurtazione del proprio compenso.

Dopo quella riunione alcuni lavoratori hanno iniziato ad organizzarsi, anche coinvolgendo la Cgil, per comprendere meglio quali sarebbero state le prospettive lavorative e per chiedere una maggior trasparenza nella gestione di questa situazione. Purtroppo nessun dato ufficiale rispetto al disavanzo effettivo è mai stato fornito né al sindacato né ai lavoratori, i quali da sempre hanno chiesto di essere messi a conoscenza del piano di rientro evocato dalla società Sport Up, a fronte del quale vengono chiesti i sacrifici anche economici ai lavoratori.

Inoltre, le richieste di un maggior coinvolgimento per distribuire in modo equo e con criteri condivisi i sacrifici non sono mai state prese in considerazione dalla direzione. La situazione ha creato forti tensioni ai lavoratori soprattutto quelli che da subito si sono attivati per fare proposte alla società e approfondire i problemi spesso appresi da video sui social o da articoli di giornale.

Di tutta questa situazione i lavoratori hanno da subito messo a conoscenza l’Amministrazione comunale e la Uisp, sia il Comitato territoriale di Imola che i livelli regionale e nazionale, tramite una serie di lettere che non hanno mai ricevuto una risposta, così come la richiesta di effettuare il collaudo tecnico amministrativo, che sarebbe obbligatorio entro sei mesi dall’avvio dell’attività, ma dopo quattro anni non è stato ancora eseguito.

Per informare i cittadini di questa situazione, le ripercussioni sui collaboratori e sollecitare le risposte che ancora non ci sono state date da Sport Up e dal Comune, lavoratori e Cgil organizzano un volantinaggio nella mattinata di sabato 23 febbraio davanti al Comune di Imola e davanti all’impianto Ortignola.

Alcune testimonianze dei collaboratori:

Chiara Dall’Osso: «Lavoro da 11 anni come istruttrice Uisp e Fin di secondo livello, inoltre ho la qualifica di assistente bagnante Fin. Ho sempre creduto nell’associazione Uisp, in cui sono cresciuta sportivamente fin da bambina e nella quale ho deciso di intraprendere quella che oggi credevo fosse la mia professione. Per questi motivi avrei voluto dare un contributo affinché la crisi in cui versa la società potesse essere positivamente risolta. Purtroppo in questi mesi ho appreso con rammarico che non c’è la disponibilità a condividere con chiarezza e trasparenza un percorso di risanamento con il personale».

Paolo Cerioli: «Lavoro come istruttore di nuoto in Uisp da più di 10 anni, come collaboratore nel settore nuoto. La situazione odierna mi ha colpito per la mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori, a partire dal fatto che quando vi è stata l’attribuzione delle ore del secondo trimestre molti lavoratori non sono stati neppure avvisati della mancata riassegnazione delle proprie ore. Solo dopo che alcuni istruttori hanno segnalato la cosa, un responsabile ha comunicato su whatsapp che coloro i quali non avevano ricevuto la mail, non avrebbero avuto più i corsi. Inoltre i tre soggetti coinvolti (Sport Up, Deai e Uisp Imola-Faenza) non hanno mai risposto alle lettere loro inviate da alcuni collaboratori, dimostrando di non aver interesse per le persone. In questi anni mi sono impegnato anche in altre associazioni sportive, dove non ho mai riscontrato un simile atteggiamento».

Cinzia Ferrigo: «Sono 18 anni che lavoro in Uisp come istruttrice, ho sempre creduto nei valori dell’associazione partecipando attivamente alle varie attività che venivano proposte. Non mi sarei mai immaginata che si creasse una situazione del genere. La direttrice, dopo il primo incontro tenutosi il 14 dicembre aveva promesso di rincontrarci per aggiornarci costantemente sulla situazione, che avrebbe esaminato anche con alcuni consulenti esterni del settore con cui doveva redigere un business plan. Ad oggi rileviamo con rammarico che non si è più fatta sentire».

Giorgia Tampieri: «L’impianto Ortignola nasce come servizio alla comunità, l’attuale dirigenza non si è dimostra all’altezza soprattutto dal punto di vista umano. Da professionista che ha contribuito in questi anni ed ha a cuore la qualità del servizio mi indigna l’indifferenza dei componenti delle società coinvolte e del Comune di Imola nei confronti di una situazione che chiede ai collaboratori di pagare incompetenze e negligenze di chi questa situazione l’ha creata. Si chiede responsabilità e buon senso al più presto dal momento che ci sono famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese».