Nuovo colpo mortale ai Patronati e ai servizi gratuiti che forniscono

La Legge di Stabilità 2016 contiene, ancora una volta, una norma che prevede il taglio di 48 milioni al fondo dei Patronati, che si sommano ai 35 milioni decisi un anno fa e che adesso diventano strutturali…

La Legge di Stabilità 2016 contiene, ancora una volta, una norma che prevede il taglio di 48 milioni al fondo dei Patronati, che si sommano ai 35 milioni decisi un anno fa e che adesso diventano strutturali.

tagli-patronati-inca-te-la-faranno-pagare-caraIl governo Renzi continua nella sua ossessione di fare a pezzi i lavoratori, i pensionati e i loro diritti, cercando ancora una volta di colpirli nel momento di maggiore debolezza, noncurante del milione di firme raccolte alla fine 2014 contro i tagli previsti.

E’ bene ricordare che i Patronati forniscono ai cittadini servizi gratuiti che sono una parte importante dello Stato Sociale di questo Paese, erogati in collaborazione con l’Inps che in questo modo risparmia oltre 500 milioni di euro all’anno. Servizi, va ribadito, che esistono grazie ai contributi previdenziali versati da 21 milioni di lavoratori e, quindi, non sono finanziati con soldi pubblici.

I Patronati, come del resto l’Inps, non sono una proprietà del Presidente del Consiglio, ma delle lavoratrici, dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati e se il governo intende chiuderli deve dire chiaramente che fine faranno le prestazioni gratuite che oggi vengono fornite in gran parte ai meno abbienti.

«Si tratta di un vero e proprio esproprio da parte del governo ai danni della parte più povera della popolazione, che alla fine si troverà costretta a pagare due volte delle prestazioni che oggi ha il diritto di ricevere gratuitamente perché sono finanziate con una parte dei loro contributi versati – afferma Paolo Stefani, segretario generale della Cgil di Imola -. Il governo Renzi, oltre alla facciata degli annunci propagandistici finalizzati esclusivamente all’aumento del consenso, si dimostra forte con i deboli e debole con i forti, dimostrando così tutta la sua arroganza. Per impedire questo scempio dei diritti, la Cgil di Imola, insieme all’Inca – conclude Stefani – sarà impegnata nella campagna di informazione Te la faranno pagare caraper sensibilizzare i cittadini, le istituzioni e le forze politiche sulle ripercussioni di questi provvedimenti inaccettabili e per cambiare una manovra classista che danneggerà unicamente chi questa crisi la sta già pagando duramente».