In piazza a Imola tante voci contro un rigore che strangola lavoro e diritti

Da piazza Gramsci a Imola, una delle 100 in Italia, il 14 novembre si sono alzate le voci di lavoratori, studenti e pensionati che numerosi hanno partecipato alla manifestazione organizzata dalla Cgil di Imola in occasione dello sciopero generale nella giornata di mobilitazione europea «Per il lavoro e la solidarietà contro l’austerità», indetta dalla Ces (Confederazione europea dei sindacati)…

Da piazza Gramsci a Imola, una delle 100 in Italia, il 14 novembre si sono alzate le voci di lavoratori, studenti e pensionati che numerosi hanno partecipato alla manifestazione organizzata dalla Cgil di Imola in occasione dello sciopero generale nella giornata di mobilitazione europea «Per il lavoro e la solidarietà contro l’austerità», indetta dalla Ces (Confederazione europea dei sindacati), per il quale si sta registrando una buona adesione nei luoghi di lavoro.

«Oggi per la prima volta mezza Europa si ferma e in 23 Paesi ci sono scioperi e manifestazioni – ha esordito la segretaria generale della Cgil di Imola, Elisabetta Marchetti – per chiedere lavoro e diritti e dire no a politiche recessive e fallimentari che spremono risorse sempre e solo ai più deboli, senza mai toccare ricchi ed evasori. I tagli alle pensioni, alla sanità, alla scuola, a Regioni e Comuni si tradurranno in meno servizi e più tasse. Sono i costi della politica e scandalosi privilegi a dover essere tagliati. Ma noi non ci rassegniamo a disoccupazione e disuguaglianze e pretendiamo più rispetto per il lavoro».

La parola è poi passata a tre studentesse, Alba Cuzzani e Arianna Vitale del Cassiano, e Jessica Di Maggio del polo liceale, in rappresentanza dei tanti studenti che hanno aderito alla sciopero ed erano presenti in piazza. Nel loro intervento hanno elencato i problemi in cui versa la Scuola che da oggi, dopo l’approvazione del decreto Aprea, si apre all’entrata dei privati. E’ seguito l’intervento di Paola Castro, insegnante di Castel San Pietro, che ha letto il testo scaturito dalla discussione tra i docenti i quali hanno concordato come forma di lotta, oltre all’adesione allo sciopero di oggi e a quello unitario del prossimo 24 novembre, di sospensione di alcune delle attività non obbligatorie e non previste dal Ccnl, come la soppressione delle visite guidate, dei concorsi e delle manifestazioni, fino a quando i provvedimenti che il Governo ha annunciato che penalizzano ulteriormente la scuola pubblica non saranno ritirati.

Un appello all’unità di tutti i lavoratori delle aziende in crisi è stato lanciato da Eleonora Arboscelli, Rsu Fiom della Micro-Vett, azienda che ha richiesto l’ammissione al concordato preventivo, e Alessandro Asperti, dipendente della Cnh, «Se ci isoliamo siamo più deboli, solo uniti possiamo rivendicare il nostro diritto al lavoro – hanno dichiarato -. Organizziamo un incontro che ci riunisca tutti per decidere nuove iniziative di lotta».

Anche i pensionati sono duramente colpiti dai provvedimenti del governo, a partire dalla mancata rivalutazione delle pensioni e dall’aumento di prezzi e tariffe, come ha rimarcato Silvano Santi dello Spi-Cgil.

Silvia Piersanti di Coop Adriatica ha contestato gli effetti negativi della liberalizzazione del commercio sui lavoratori, costretti alla massima flessibilità e al lavoro domenicale, che li costringe lontano dalle famiglie.

La manifestazione è stata conclusa da Daniela Bortolotti, della segreteria Cgil Emilia Romagna, che ha denunciato gli effetti delle politiche ciniche e recessive di questo Governo, come la riforma del mercato del lavoro e delle pensioni, e di quelle di solo rigore, espressione di un’Europa più attenta alla finanza che a solidarietà e lavoro.