Crisi nel circondario, mancano le risposte: si deve passare dalle parole ai fatti

Non si arrestano gli effetti della crisi nel nostro circondario, nel mese di ottobre sono circa 300 le aziende che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per un totale di oltre 5.000 tra lavoratrici e lavoratori coinvolti…

Paolo Stefani, segretario generale Cgil Imola
Paolo Stefani, segretario generale Cgil Imola

Non si arrestano gli effetti della crisi nel nostro circondario, nel mese di ottobre sono circa 300 le aziende che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per un totale di oltre 5.000 tra lavoratrici e lavoratori coinvolti.

Il quadro peggiora se andiamo ad analizzare i dati relativi alla disoccupazione e all’inoccupazione, che conta 12.400 persone di cui il 58% ha superato i 2 anni di inattività, alle quali si sommano i lavoratori collocati in mobilità, per un totale di oltre 13.400 cittadini senza lavoro.

Il territorio affronta nel 2014 la fase più critica dall’inizio della crisi e il settore in questo momento maggiormente coinvolto è senza dubbio quello delle costruzioni e del suo indotto che, per Imola, interessa aziende cooperative di grandi dimensioni come Cesi, 3elle e Cooperativa Ceramica.

E’ più che mai urgente affrontare il tema dell’occupazione da conservare, mediante l’utilizzo degli ammortizzatori e aiutando le imprese sul versante della tenuta finanziaria, ma è anche indispensabile porsi il problema dell’occupazione da creare, promuovendo azioni che stimolino gli investimenti sul territorio e che arrestino la fuga delle aziende, come sta succedendo, per esempio, alla So.Ge.Ma. di Castel San Pietro.

E’ un dato di fatto che nei prossimi anni avremo interi settori fortemente ridimensionati che non saranno in grado di riassorbire l’occupazione persa e tuttavia questa consapevolezza è necessaria al fine di indirizzare le scelte nella giusta direzione, a partire dalle cose che sappiamo fare e fare bene.

Per riuscire ad invertire la rotta, al territorio serve con urgenza che il Circondario diventi più forte e rappresenti il luogo della programmazione e delle azioni. Ben venga quindi il documento programmatico dei sindaci, ma ora bisogna passare dalle parole ai fatti coinvolgendo tutti gli attori sociali ed economici.

Per quanto riguarda la cooperazione del settore delle costruzioni, il sindacato ha fatto una proposta per creare un polo regionale di alta specializzazione, tuttavia a distanza di tre mesi non abbiamo ancora ricevuto nessuna risposta dall’Associazione delle cooperative, né a livello locale né a livello regionale, pur avendo annunciato all’inizio di agosto di essere in procinto di presentare un piano industriale da mettere sul tavolo della Regione per poi andare al Ministero.

Per quanto ci riguarda le lavoratrici e i lavoratori che rappresentiamo hanno il diritto di avere una risposta che deve essere anche una assunzione di responsabilità nei confronti di un settore che ha dato tanto al territorio in termini occupazionali e che oggi ha la necessità di riorganizzarsi a condizione di avere a disposizione ammortizzatori sociali di lunga durata.

Come Cgil di Imola riteniamo che la proposta in campo è in grado di creare queste condizioni e, per sostenerla, metteremo in campo tutte le azioni comprese quelle di lotta per tutelare al meglio l’occupazione.

Paolo Stefani

Segretario generale Cgil Imola